MILANO. Nel 2013 c'erano Inna, Oksana ed Elvire ad aspettarlo nell'atrio della scuola Dante Alighieri a Milano, mischiate fra i giornalisti con la scritta "Basta Berlusconi" sul petto nudo. Questa volta un'altra attivista del movimento femminista ucraino Femen è riuscita ad arrivare ancora più vicino, a pochi centimetri da Silvio Berlusconi all'interno della sezione 502 dove stava per votare.
"Time's up, sei scaduto", ha urlato Melodie Mousavi Nameghi, 29enne francese di origini iraniane senza precedenti, seduta in un angolo dell'aula e comparsa all'improvviso dietro la fila dei fotografi. Salita sul banco di fianco alle urne, pestando anche un dito alla presidente del seggio, si è tolta la maglia e ha mostrato le scritte 'Berlusconi sei scaduto' sul petto nudo e 'Femen' sulla schiena, proprio mentre il leader di Forza Italia stava per ricevere le schede per votare.
Si è poi lasciata portar via dalla polizia, che invece assieme ai carabinieri cinque anni fa aveva fatto una gran fatica a bloccare e calmare le tre contestatrici, ed è poi stata identificata in questura. Indagata per resistenza a pubblico ufficiale e per aver provocato disordini durante le operazioni elettorali, in serata è stata rimpatriata in Francia.
Oltre all'allontanamento, proposto dal questore Marcello Cardona e accolto dal prefetto Luciana Lamorgese, alla donna è stato inibito il reingresso in Italia per cinque anni. Non si è scomposto Berlusconi che ha prima sorriso, poi si è allontanato e infine è rientrato nel seggio per votare: "È stata un'apparizione, non so cosa sia successo - ha detto - è stata un fantasma, non so, non ho visto niente. Il mio tempo è finito? Beh ha ragione, avevo finito di far la fila, voleva dire".
Ma più che le Femen sono state le code la sua vera preoccupazione e, appena entrato nella scuola accompagnato da Licia Ronzulli e Mariastella Gelmini, ha chiesto agli elettori che ha incontrato quanto ci avessero impiegato a votare: "Sono preoccupato che ci possa essere una situazione in cui ci sono persone che non arrivano a votare" e questo perché "non siamo ancora riusciti a darci il voto elettronico digitale", ha detto.
Poi, tra selfie e scambi di battute, inseguito ovunque da uno sciame di telecamere e fotografi, ha lasciato dopo quasi un'ora via Scrosati, non lontano da dove viveva sua mamma Rosa nella periferia ovest di Milano. Che è "una città bellissima, ho molta nostalgia".
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