ROMA. «Io mi diverto come fossi su una giostra. Quando mi chiedono 'cosa volevi fare da grande?' rispondo: assolutamente questo». Dopo il successo a Saremo e i sold oud a teatro in Performance, Virginia Raffaele debutta nel suo primo one woman show e lo intitola proprio come i giochi dei bambini: Facciamo che io ero, da giovedì 18 maggio in prima serata su Rai2, per quattro puntate prodotte con Ballandi Multimedia (le successive il mercoledì). «Quando parti da tanto lontano e arrivi lì dove sognavi è una soddisfazione professionale ma anche tanto umana», racconta lei, mentre la direttrice di Rai2, Ilaria Dallatana, elenca il triplo lusso di averla sulla sua rete, «perché tutti la vorrebbero; perché è una donna che ha talento, bella, che fa ridere ma anche pensare; e perché questo sarà un pezzo di cultura e servizio pubblico». Il suo show, «varietà contemporaneo sull'identità», molto scritto, anzi, aggiunge il direttore generale della Rai Antonio Campo Dall’Orto «ne vorrei di più di varietà scritti come per Bolle o la Pausini» perché «la qualità è figlia di un sacco di lavoro», la Raffaele lo ha pensato con un circo a tre piste, tra atmosfere anni '30, a ricordare, dice, «le mie origini, i miei nonni, l’avanspettacolo». Lì si alterneranno le sue storiche maschere, da Ornella Vanoni a Sabrina Ferilli, Marina Ambramovic, Belen Rodriguez, ma anche nuovi personaggi ancora top secret. «Saremo a Cinecittà, nello Studio5 - dice solo - Qualcosa legato a Fellini ci sarà». Ma questa volta la Raffaele interpreterà anche se stessa e accoglierà ospiti «veri». Nella prima puntata, attesissimo passo a due tra la sua Carla Fracci e il vero Roberto Bolle e Gabriel Garko intervistato al Donatella Versace Late Night. «Non so se con la maschera mi nascondo o mi espongo - riflette lei - perché a volte, se sei qualcun’altro, quello che dici prende una doppia velocità. Ma più che imitazioni, le mie sono interpretazioni attoriali. Cerco di reinterpretare le persone. Ho studiato tanto Franca Valeri, Monica Vitti, Bice Valori, Alida Valli, Anna Marchesini. E quando oggi sono al trucco mi sembra di tornare piccola quando mamma mi mascherava per carnevale. Ero tesissima, come se dovessi davvero interpretare la Fata Turchina. Purtroppo a 8 anni mi ha mascherato da vecchia: ho camminato per un giorno intero gobba». Tra musica e ballo, nello show arriveranno anche Lillo e Greg, con cui la Raffaele debuttò su Rai Radio2 nel 2006. Niente satira politica, però. «Faccio spesso satira di costume - dice - Guarda caso, a volte, coincidono. Io il Crozza della Rai? E' un complimento, ma io lavoro sul trasformismo, lui più sulla satira. Ci unisce il fatto che fatichiamo molto per prepararci. Come scelgo i personaggi? Mi piace il mondo o le esperienze che mi arrivano, l’interpretazione più che l’effetto. Come quando vidi la Milo da Fazio, con quella sua visione così fanciullesca della vita. Mi sono detta: per 5 minuti voglio essere quella persona lì. E allora studi, diventi il Tom Ponzi di quella persona. Ma vai di coerenza, come quando misi la parolaccia in bocca alla Fracci e poi lei mi raccontò che effettivamente quando Nureyev la strattonava troppo qualcosa le scappava». Paura che qualcuno se la prenda ancora per i suoi sketch? «Prendendo in prestito esseri umani si hanno reazioni umane. E' normale - conclude - Ma non penso di essere mai caduta nella cattiveria gratuita. Tengo a una certa eleganza. Il mio obbiettivo è solo divertire il pubblico».