VERONA. Con un doppio sold out all’Arena di Verona, Alessandra Amoroso celebra con un gran finale un anno di successi e soddisfazioni del progetto Vivere a colori, il disco che sta per tagliare il traguardo del triplo platino e il tour che ha collezionato oltre 117 mila presenze in 18 date. «Mi sono divertita e ho capito perché adoro fare questo lavoro: a spingermi è l’amore per il canto e per il pubblico», dice la cantante salentina nei camerini a fine concerto. Il pubblico: la sua «big family», come da sempre ha scelto di chiamare i fan, alla quale Alessandra durante le due ore di show, in cui mette in mostra anche doti di ballerina in una fredda sera più autunnale che primaverile, più volte dichiara il suo affetto e la sua riconoscenza, anche concedendosi qualche libertà nei testi dei 28 brani in scaletta, in cui la parte da leone la fanno le canzoni dell’ultimo album da Stupendo fino a qui, in apertura, a Comunque andare a chiudere lo show, passando per Sul ciglio senza far rumore e Vivere a colori. Spazio anche a un intimo momento acustico. «Dimostrare, anche a me stessa di riuscire a fare cose diverse, è merito vostro. Tutto questo è merito vostro. Grazie per aver colorato la mia vita e per esserci sempre», urla riconoscente dal palco della sua prima Arena in solitaria: «Sono loro che ripagano tutti i sacrifici». «Mi piace mettermi in gioco - spiega poi, commentando la sua esibizione anche come performer, accompagnata da un corpo di ballo di 11 ballerini, diretto da Veronica Peparini, che l’hanno coinvolta nella danza -. E’ stato divertente. Ho imparato a usare anche il microfono ad archetto come Beyoncé... ma le devo chiedere come fa con il freddo. Io ero un ghiacciolino vestito! Fare la strafiga ve bene, però...», scherza Sandrina, pensando ai suoi tre abiti di scena (firmati Elisabetta Franchi), sexy ed eleganti, ma decisamente poco adatti alle temperature della serata scaligera. Ballare, aggiunge, le è sempre piaciuto e chissà che in futuro non ci possa essere spazio anche per un musical. «Perché no?». I due concerti all’Arena, che hanno anche riservato una sorpresa ai fan con un intimo momento acustico «dedicato a tutti coloro che non sono più con noi, ma ci sono sempre», diventano anche una festa di arrivederci, con tanto di palloncini bianchi con i led colorati liberati in cielo, coriandoli sparati, gayser, che danno appuntamento al pubblico all’anno prossimo. "Il tempo vola, all’orizzonte ci sono già i miei primi 10 anni, e vorrei festeggiarli bene con un mega evento. Ora, però, ho bisogno di prendere del tempo per me stessa, per Ale". E alla sua vita privata, con un matrimonio che sembra ormai alle porte. Per un prossimo disco c'è tempo. «Vivere a colori mi è piaciuto tanto, il prossimo vorrei che mostrasse ancor le tante sfumature di Alessandra». Nel frattempo, a fare il coach in qualche talent, magari ad Amici dove lei è stata «battezzata» con la vittoria nel 2009 e che difende dagli attacchi diMorgan ("lì c'è tanta gente che mi ha voluto bene e mi ha dato modo di credere in me stessa"), non pensa affatto: «Anche se sono nata in tv, mi piace troppo la dimensione live, toccare e guardare il mio pubblico». E anche Sanremo, che ancora manca nel suo curriculum, per il momento può aspettare. «Fiorella Mannoia ha dimostrato che non c'è un tempo per andare». Insomma, spazio al festival, ma solo quando si sentirà pronta.