ROMA. Che sia il palco di Zelig o quello del I maggio, il set di uno dei suoi quasi 40 film, come il premio Oscar Mediterraneo, o la ribalta per un monologo d’autore, lo studio di registrazione o la postazione da giudice di Italia's got Talent, Claudio Bisio sa sempre reinventarsi. L'attore, comico, showman, scrittore, che compie 60 anni oggi, mettendosi in gioco e alternando teatro, cinema e tv, è diventato uno dei volti più popolari e amati. Tanto che negli ultimi anni, è puntualmente in testa a sondaggi sul personaggio famoso preferito con cui gli italiani amerebbero andare in vacanza. Nato a Novi Ligure nel 1957, da una mamma maestra e un papà commerciante, Bisio cresce a Milano, dove la famiglia si trasferisce quando lui ha cinque anni. Negli anni del liceo è attivista di Avanguardia operaia. Tramite i cub (comitati unitari di base) assiste alle prove degli spettacoli di Dario Fo (che una decina di anni dopo lo vorrà come interprete di Morte accidentale di un anarchico): lì nasce in lui il desiderio di diventare attore. Si iscrive ad agraria (lasciata dopo 17 esami) ma prepara, di nascosto dalla famiglia, il provino per la scuola del Piccolo Teatro di Milano. «Ho portato una canzone di Tenco, suonando male e cantando peggio, il monologo da Ricorda con rabbia di Osborne e una poesia medievale che ho fatto in grammelot come Dario Fo - ha raccontato -. Devono aver capito la mia passione e mi hanno preso». Come saggio di fine corso viene allestito il Rocky Horror Picture Show, che va anche in scena al cinema Mexico. Tra il pubblico una sera c'è Gabriele Salvatores che ingaggia Bisio nella sua compagnia. Un sodalizio, che dal Teatro dell’Elfo, per spettacoli come Sogno di una notte di estate (1981, diventato anche un film), Café Procope, Comedians, continua al cinema con Kamikazen (1987) dove trova amici e 'complici artisticì ricorrenti da Abatantuono a Gigio Alberti, Turné (1990), Mediterraneo (1991), Sud (1993) e Nirvana (1997). Nel frattempo Bisio continua a giocarsi la carta della comicità (pur dimostrando di saper cambiare registro), come gli aveva consigliato un’insegnante del Piccolo, facendo anche cabaret al Derby con Antonio Catania e a fine anni '80 allo Zelig con Rocco Tanica, che lo coinvolgerà anche in varie sortite musicali. La più celebre è Rapput (1991) tormentone estivo che arriva primo in classifica. Dall’amico Paolo Rossi Bisio comprende infatti che è possibile «unire l’alto e il basso. Io agli inizi teorizzavo che il teatro dovesse essere solo Shakespeare e Brecht - ha spiegato al Corriere della Sera - mentre il cabaret dovesse essere solo raccontare barzellette. Mi ha aiutato a capire che dovevo unire queste due mie anime». Arriva anche la televisione, con fra gli altri, Zanzibar, Striscia la notizia, Cielito lindo, Mai dire goal, e dal 1997 (quando nasce con il primo titolo 'Facciamo Cabaret) Zelig, palestra di comicità di cui è maestro di cerimonie fino al 2012. Al cinema è diretto fra gli altri, da Dino Risi (Scemo di guerra), Mario Monicelli (I picari), Giuseppe Bertolucci (Strana la vita, I cammelli), Francesco Rosi (La tregua), Antonello Grimaldi (Asini), Carlo Sigon (La cura del gorilla). Da metà anni 2000 diventa anche un nome da grandi incassi, con tra gli altri, Natale a New York, vari film di Fausto Brizzi (come Manuale d’amore 2, Ex, Maschi contro femmine e Femmine contro maschi) e i quasi 30 milioni al botteghino di Benvenuti al sud di Luca Miniero, che torna a dirigerlo Benvenuti al nord e il recentissimo Non c'è più religione. Bisio non si nega anche sfide complesse, come raccontare con grazia il disagio psichico in Si può fare di Giulio Manfredonia (2008). Sa arrivare inoltre al pubblico dei bambini come voce di Sid nella saga animata de L’era glaciale e Dracula in Hotel Transylvania. A teatro, immancabile compagno di strada, porta in scena anche spettacoli come Aspettando godo, Monsieur Malaussène au théâtre (di Daniel Pennac che torna a interpretare con 'Grazie') La buona novellà tratto dall’album omonimo di Fabrizio De André, Coèsi se vi parè con Elio e le Storie Tese, 'Io quella volta lì avevo 25 annì di Giorgio Gaber e Sandro Luporini, fino a Father and Son, nel 2014. Un percorso fatto in gran parte insieme alla moglie, la giornalista Sandra Bonzi, conosciuta nel 1992 e sposata nel 2003, da cui ha due figli, Alice e Federico: rapporto che hanno raccontato nel libro Doppio misto. Autobiografia di coppia non autorizzata (2008). Esperto di karate, e produttore, nel Chianti, in poche bottiglie, per famiglia e amici, di un olio d’oliva, il Bisunto, Bisio, nominato in carriera tre volte ai David di Donatello e due ai Nastri d’argento, è dal 2015 anche giudice di Italia's got talent, dove, ha detto, «ho cominciato ad apprezzare l'imperfezione».