MILANO. Francesca Cavallin racconta se stessa in una lunga intervista al settimanale Vanity Fair. Racconta del marito, Stefano Remigi, incontrato 13 anni fa e padre dei suoi figli. E di quando per un periodo si è sentita un... maschio. "Quando sono nata, per tutti dovevo essere un maschio - racconta -. Col risultato che per un po’ mi ci sono pure sentita. Allora non esisteva l’ecografia, ma avevano già pronto il nome: Umberto. Quando mio nonno ricevette la telefonata, non venne a trovarmi. Crescevo, lui mi chiamava Chicco, intorno mia mamma e mia sorella avevano forme più mediterranee delle mie, e io invece andavo a scuola vestita da ometto con la cravatta. Fino a un certo punto". La storia d'amore con un ragazzo a 17 anni, che poi le svelò di essere gay, la mise in forte crisi. "Dalla sua non definizione arrivarono i miei problemi col cibo, l’insicurezza sul fisico e una confusione tale dentro da volere solo risvegliare la parte più femmina di me. La mia missione era diventata dimostrare sempre di più l’ascendente che potevo avere". L'attrice in queste settimane è protagonista al cinema del film Babysitter.