ROMA. Fabri Fibra, il ragazzo cattivo dell'hip hop italiano, spegne 40 candeline, mentre è al lavoro in studio su un nuovo album, l'ottavo della sua carriera solista, che ancora non ha un titolo nè una data di uscita. «Sono l'artista più in contrapposizione con la cultura dominante», è una delle definizioni che ha dato di se stesso, in passato, il rapper marchigiano, all'anagrafe Fabrizio Tarducci, nato a Senigallia il 17 ottobre 1976. Gli altri, invece, lo hanno spesso etichettato come blasfemo, omofobo, misogino o maschilista sessista, accuse che nel 2013 hanno portato alla sua esclusione dal cast del Concertone del Primo Maggio in piazza San Giovanni a Roma. Sempre contro tutto e contro tutti. Ma Fabri Fibra, fratello maggiore di Nesli (che dopo un inizio sotto l'ala protettiva del rap e del fratello con cui non ha più rapporti da diversi anni, si è ormai definitivamente dedicato al pop), ha continuato a tirare dritto per la sua strada, sfornando album che, già a partire dal primo Turbe Giovanili nel 2002, hanno fotografato a colpi di rime crude l'Italia e gli italiani. Perchè Fibra quello che ha da dire, lo canta senza perifrasi, anche se, ha spiegato, «le parole che uso e le situazioni che descrivo non sono inventate, ma sono prese dai Tg, dai quotidiani». Il rapper, spesso in rotta di collisione con i colleghi che si sono adeguati al mainstream o che «hanno invidia» (con scontri consumati a colpi di rime, come quello avuto con il rapper Vacca), ingurgita nomi, fatti e tutto quanto accade intorno a lui, intorno a noi, per triturarlo e buttarlo fuori con veemenza, con un linguaggio fatto di paradossi, di esagerazioni, di contraddizioni ed iperbole. Con attacchi diretti ai politici di turno, alla Chiesa, alla televisione. Non ha nascosto nei suoi brani di aver anche fatto uso di droghe. A far discutere fu già Tradimento nel 2006 (ripubblicato quest'anno, dieci anni dopo, in un doppio cd), l'album che gli regalò per la prima volta la vetta della classifica degli album più venduti, ma anche non poche polemiche per i testi espliciti e provocatori: «dico cose più forti del dovuto per provocare». «Quando ho proposto per la prima volta i miei testi, mi dicevano che erano troppo forti, ma è solo perchè - ha raccontato una volta il cantante di Tranne te - in Italia negli ultimi anni non c'è stato nulla del genere, nulla di sconvolgente, perchè per gli artisti è stato più facile seguire il sistema, mentre io mi sono detto 'non ho nulla da perdere, meglio provarci, se ci riesco posso dimostrare che si può fare anche altrò». In carriera ha venduto oltre 1 milione di copie certificate dei suoi dischi, con diversi dischi d'oro, di platino e multiplatino all'attivo. Ha vinto diversi riconoscimenti inclusi tre Wind Music Awards e un TRL Awards. È stato anche il primo artista italiano cui YouTube ha dedicato per la prima volta un intero canale.