ROMA. Nonostante il sapore della favola yiddish e il riferimento universale al modo di dire «to walk e a mile in another man's shoes» (ovvero mettersi nelle scarpe di un altro), 'Mr Cobbler e la bottega magica' del premio Oscar Thomas McCarthy, in sala dal 21 luglio con Barter Entertainment, non convince più di tanto considerando anche che è stato girato dal regista solo dodici mesi prima del pluripremiato 'Il caso Spotlight'. Eppure la storia aveva un'idea di fondo niente male. Ovvero le vicende di un triste calzolaio da quattro generazioni Max Simkin (Adam Sandler), che vive nel Lower East Side newyorchese insieme alla madre vecchia e malata. Unico suo amico Jimmy (Steve Buscemi), barbiere che ha il negozio vicino al suo. Max è insomma un depresso, visibilmente annoiato del proprio lavoro e anche lontano dalla voglia di creare una relazione con una donna. Tutto cambia quando, venuta meno la sua macchina per la cucitura delle suole, si trova costretto ad usare quella antiquata, ma ancora funzionante, del nonno che si trova in cantina. Alla prima riparazione, la macchina, che risale ai primi anni del Novecento, rivela la sua natura magica. Ovvero, indossando il paio di scarpe appena riparate dalla vecchia cucitrice, queste permettono di trasformarsi fisicamente, ma non caratterialmente nel proprietario. Ora, di fronte a una scoperta simile, Max finalmente si scuote un po', ma non troppo. E, maldestramente, cerca di utilizzare questa magia per risolvere alcuni problemi economici e non solo. Ma tutto si complica quando si mette ai piedi le scarpe sbagliate, gli stivaletti pitonati di un delinquente di colore. Nel cast del film anche Cliff Smith, Ellen Barkin, Melonie Diaz, Dan Stevens, Elli, Adam Shapiro, Evan Neumann, Allen Lewis Rickman, Donnie Keshawarz, Ethan Khusidman, Sondra James, Kim Cloutier, Lynn Cohen e un cameo di Dustin Hoffman. «Mr Cobbler e la bottega magica - dice il regista - è simile alle mie pellicole precedenti all'inizio, ma poi diventa assai diverso. Presenta una componente magica, sequenze di azione e vengono esplorati molti mondi diversi. La strutture e la portata di questo film sono elementi fantastici con cui giocare. La sceneggiatura ha un peso molto importante e deve molto a diversi generi, tra cui la favola e i racconti epici dei supereroi; è stata un'occasione di esplorare questi temi dal nostro personale punto di vista. È stato impegnativo, ma allo stesso tempo molto divertente». Come definire questo film? «Non è una domanda facile alla quale rispondere: direi che si tratta di una dramedy, ma la storia deve molto alla favola. Una favola divertente e dark, forse».