Martedì 19 Novembre 2024

Addio a Prince, nel 2014 gli ultimi due album nel segno dell'ambiguo - Foto

Prince
Prince nel 2007 durante lo show al Super Bowl XLI a Miami
 
La rock star in una immagine del 2010
 
Prince
 
 
Una foto di Prince di marzo 2016
 
 
Il cantante Prince in scena durante il concerto allo stadio Flaminio, 1990
 
Prince, morto il 21 aprile 2016
 
 
 
 
 
 

Prince aveva concepito l'uscita contemporanea di due nuovi album come il prodotto di due artisti diversi. E l'uscita in contemporanea dei due ultimi ep nel settembre del 2014, è stata proprio nel segno di questa nuova ambiguità. In un momento di crisi dell'industria del disco Prince aveva deciso di sfidare le logiche del mercato con questa doppia uscita. Uno, «Art Official Age» è, per dir così, un album di Prince, scritto, suonato, prodotto da lui insieme a Joshua Welton, un album molto rilassato, elegante, elettronico. L'altro, «PlectrumElectrum» è il disco della sua band tutta al femminile, le «3rdEyeGirl», ovvero Donna Grantis chitarre, Hannah Ford Welton batteria e Ida Nielsen basso. Con questa formazione aveva trionfato nell'ultimo tour inglese. Dei due era «PlectrumElectrum» il titolo più sorprendente e stimolante. Registrato dal vivo in studio e in analogico, esalta l'aspetto più rock di Prince, con riff di chitarra che evocano la sua ben nota passione per i Led Zeppelin, accenni zappiani, virate pop e molto funk. Le «3rdEyeGirl» hanno arricchito la lunga storia di bravissime musiciste che accompagnano la carriera del genio di Minneapolis: rispetto alle loro colleghe del passato, in questo album sembrano più vicine a un'estetica rock. Era proprio il leader a portarle verso la musica black, basta pensare al conclusivo «Funkroll», un classico esempio di funk «on the one», secondo i codici di James Brown di cui Prince era un irresistibile apostolo. C'era persino un quasi punk, «Marz», meno di due minuti di furia che sono piaciuti ai fan dei Ramones. Un album compatto, che pretendeva un ascolto ad alto volume, aggrediva con le sue schitarrate feroci, concedendo anche qualche respiro con ballad e ritmiche reggae ma che sembrava pensato per spostare più avanti il punto di incontro tra il rock e il funk. «Art Official Age» potrebbe sembrare un album di un altro artista se non si conoscesse Prince, un artista che ha sempre dimostrato un range espressivo e una conoscenza storico-musicale praticamente senza limiti. Chissà cosa sarebbe successo se avesse fuso i due titoli. Qui dominavano l'elettronica e le ballad , anche se il brano d'apertura, «Art Official Cage» era un omaggio alla techno, «The Gold Standard» è un classico funk disco della tradizione di Minneapolis e «Funkroll» un funk con chitarre heavy. Un'atmosfera rilassata, molto sexy come da tradizione, prodotto con sofisticata eleganza (come da tradizione), con un largo uso di atmosfere soniche. Volutamente, pensando alle atmosfere di «PlectrumElectrum» la chitarra solista è usata con molta parsimonia. Come tutti i grandi, Prince aveva il problema di misurarsi con il suo passato. E da questo punto di vista per «PlectrumElectrum» il confronto era più facile, proprio per la sua natura di esperimento. «Art Official Age» non aveva la caratura dei capolavori di un tempo: è un album elegante, anche divertente, ma non tutti i brani sono all'altezza della creatività di uno dei grandi di sempre della musica black. Ma questo perchè si chiamava Prince. Perchè se un giovane avesse esordito con un album così sarebbe diventato una star.

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