MILANO. Nè striscioni, nè simboli di partito aveva chiesto la famiglia. Ma il grido di 'onestà onestà' con cui la folla dietro le transenne, e poi tutti gli esponenti M5s, hanno voluto salutare il feretro di Gianroberto Casaleggio, non è stato solo uno slogan politico. E' stato un emozionante tributo d'onore colmo di affetto ad un personaggio insolito e visionario, un confortarsi reciprocamente nella promessa di continuare quello che lui ha cominciato.
"Che tutti gridassero quella parola è la più grande vittoria di un uomo straordinario", ha detto ad esequie finite il parlamentare e membro del Direttorio 5 Stelle, Alessandro Di Battista. Funerale semplice, quasi austero, poche corone di fiori, nella Basilica di Santa Maria delle Grazie, stamattina alle 11, per il cofondatore del movimento, morto martedì a Milano all'età di 61 anni.
In chiesa Beppe Grillo, silenzioso, volto tirato, in abito scuro e camicia bianca, e tutto il Direttorio, Umberto Bossi, una delegazione del Pd (Emanuele Fiano, Lorenzo Guerini, Pietro Bussolati), contro la quale dalla folla è volato qualche fischio. E poi tanti simpatizzanti da tutta Italia. Basilica stracolma e blindata, con il doppio controllo dei carabinieri con il metal detector e del servizio d'ordine M5s per accertare che nessuno facesse foto o riprese. Quando il feretro entra scatta un lungo applauso che sale di intensità all'ingresso di Beppe Grillo.
Dietro la bara c'era il figlio maggiore, Davide. Il minore, Francesco, 11 anni, era già seduto nei banchi a fianco dell'altare insieme alla madre e ha ricevuto l'abbraccio dei suoi compagni di scuola e delle maestre. A 'vigilare' su di loro Vito Crimi. Il senatore M5s dopo posta su Fb 'ho salutato Gianroberto, una persona speciale, che mi è stata vicina nei momenti più bui, quando appena entrati in Parlamento hanno iniziato a prenderci a sassate, ricoprendoci di fango e insulti'. "Ricordo ancora le sue telefonate di sostegno - scrive ancora - per dirmi di non mollare e di non dare retta a chi non ha capito nulla del sogno che avevamo in mente".
Mentre Padre Marco Salvioli, religioso domenicano del Convento di Santa Maria delle Grazie, si avvia a a celebrare il rito, arriva anche Dario Fo. Ma alla fine il Premio Nobel non terrà l'orazione funebre, così come aveva promesso nei giorni scorsi. Forse non se la sente. Oppure è stato deciso di mantenere il funerale su un piano strettamente privato.
Così a ricordare Casaleggio sono i due figli. 'Ciao papà mi manchi già, non puoi tornare?', risuona la voce chiara e infantile di Francesco. "Era un padre fantastico - dice il figlio maggiore - un gran lavoratore, tenace: da bambino non faceva i capricci per ottenere il suo giornalino preferito, si stendeva direttamente sui binari del tram". "Aveva l'audacia di vedere il futuro prima degli altri, anche quando nessuno ci credeva", dice ancora Davide che poi racconta una storia che secondo lui meglio di ogni altra può spiegare suo padre.
E' la storia di una stanza piena di palloncini e tanti ragazzini che cercano quello con il loro nome senza trovarlo. Finchè l'educatore invita ciascuno a prenderne uno a caso e consegnarlo al compagno a cui corrisponde. "Ecco dice siamo alla ricerca della felicità mentre la vera felicità è fare il bene degli altri - conclude - mio padre non ha tenuto per sé i palloncini li ha donati tutti con il sogno di cambiare questo paese e chi ne ha avuto uno continui a condividere e perseguire il suo sogno, senza mollare".
A esequie finite, Davide raggiunge i pentastellati (tra gli altri Roberto Fico, Di Battista, Luigi Di Maio, il candidato sindaco a Milano, Gianluca Corrado, e quella di Roma, Virginia Raggi) che si sono dati appuntamento al Bar Magenta, storico locale di Milano, per un brindisi in onore di Casaleggio. "Ce l'aveva chiesto lui - dicono - voleva essere salutato così".
Caricamento commenti
Commenta la notizia