MILANO. Con tre brevi applausi che hanno rotto un composto silenzio, un migliaio di persone ha accolto il feretro di Cesare Maldini alla basilica di Sant'Ambrogio, dove è stato celebrato il funerale dell'ex bandiera del Milan e ct della Nazionale. Tanti tifosi e appassionati fuori dalla chiesa, dentro molte persone che hanno condiviso momenti di vita e di calcio con Maldini e con suo figlio Paolo, arrivato assieme alla famiglia, visibilmente commosso. Fra gli altri Teo Teocoli, il comico che fece di Cesare una celebre imitazione, il presidente di Mediaset Confalonieri, quello della Lega Serie A Beretta, l'ad del Milan Galliani, l'allenatore Mihajlovic, Montolivo, Abbiati, gli ex rossoneri Ambrosini, Clarence Seedorf, Shevchenko, Massaro, Brocchi, Galli e Serginho, il vicepresidente dell'Inter Zanetti, gli ex nerazzurri Suarez, Pagliuca e Toldo, l'ex arbitro Casarin e l'ex allenatore Scala. Diverse le corone di fiori all'ingresso della basilica, fra cui quelle da parte della Juventus, della Figc, dell'Associazione allenatori e dell'ad del Milan Barbara Berlusconi. L'umanità di Cesare Maldini, preponderante rispetto alla dimensione di sportivo popolare, e l'unità della sua famiglia, «una grande, bella squadra, vincente e orgogliosa del suo capitano, che ha accompagnato ricambiando la sua tenerezza anche negli ultimi tratti della lunga malattia». Si è concentrato su questi due aspetti monsignor Erminio De Scalzi nella sua omelia. Nella gremita basilica milanese di Sant'Ambrogio, De Scalzi ha iniziato la predica (ascoltata da un altro migliaio di persone sul sagrato grazie agli amplificatori), sottolineando che «dietro il personaggio pubblico, lo sportivo, il volto noto della tv, c'era un uomo con la sua profondità di affetti, l'attaccamento alla famiglia, e le sue fragilità. Ma guardando Cesare Maldini - ha aggiunto - non si può dire che c'era anche un uomo: c'era soprattutto un uomo, nel senso più bello. Un marito, un papà, un nonno. Un volto che tutti collegano ad autentiche e sincere gioie dello sport. Era un esempio di signorilità, uno scopritore di talenti fra cui quello del figlio Paolo». De Scalzi ha anche citato un ricordo scritto da Angelo Casati, il parroco che ha battezzato alcuni dei sei figli di Cesare Maldini e sua moglie Marisa: «Mai il ruolo pubblico aveva soffocato la sua umanità, mai i traguardi sportivi l'avevano incrinata o oscurata».