ROMA. Dimenticate il morbido animaletto che mastica sonnacchioso foglie di eucalipto.
Il koalino Billy è un concentrato di coraggio, inventiva e determinazione che mette tutto in gioco per ritrovare il suo papà - secondo il motto «mai arrendersi» insegnatogli proprio dal genitore-esploratore - lanciandosi in un'avventura nell'outback australiano.
«Billy il koala», protagonista dell'omonimo film d'animazione australiano diretto da Deane Taylor (art director di Nightmare Before Christmas di Tim Burton) in uscita il 31 marzo promette di conquistare con una storia 100% «aussie» e dai personaggi e dalle ambientazioni assolutamente caratteristici.
Da Nutsy, la koalina viziatella dello zoo che scopre il suo lato selvaggio a Jacko, l'adorabile clamidosauro sempre bastian contrario, da Wombo, il vombato anzianotto, puzzolente e irresistibilmente matto a Beryl e Cheril, due emu chiacchierone quasi quanto le oche degli Aristogatti e che oltre tutto soffrono terribilmente il mal d'aereo. E poi i cattivoni di turno: il terribile iguana Cranky e Sir Claude, felino feroce e dalla coda mozza che detesta i koala e ha con i coccodrilli lo stesso rapporto del Capitan Uncino di Peter Pan.
Ma la storia di Billy il koala The Adventures of Blinky Billy - resa scanzonata e moderna grazie alla grafica computerizzata e portata in Italia da Italian International Film e Lucisano Media Group - risale ad una serie di libri di Dorothy Wall degli Anni '30 che in Australia sono proprio un mito anche grazie a un primo film d'animazione uscito negli negli anni '90, Blinky Bill: The Mischevious Koala (girato all'avanguardia per l'epoca sovrapponendo l'animazione 2D e riprese live-action) e a una serie tv seguitissima.
«Mia nonna aveva in casa i libri di Billy e ce la leggeva spesso ma io non avevo mai visto il film o la serie tv. E da un certo punto di vista è stato meglio così perchè non mi sentivo obbligato a realizzare un film che risultasse un omaggio alla mia infanzia» spiega lo sceneggiatore Fin Edquist. Su Billy, protagonista dal grande coraggio e dalla grande immaginazione aggiunge: «Lo amiamo perchè è testardo e pensa di sapere tutto anche quando non è vero. Non è certo un eroe perfetto ma si comporta da eroe nel mondo di affrontare le cose che fanno paura a tutti».
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