BEIRUT. «Non bisogna dimenticare che nonostante tutta l'attenzione rivolta in questo momento alla situazione dei rifugiati in Europa, la pressione maggiore è ancora quella sentita in Medio Oriente e Nord Africa, così come è stato per i cinque anni passati». Lo ha detto Angelina Jolie, visitando alcuni campi di profughi siriani in Libano nel quinto anniversario dell'inizio delle violenze in Siria. Nel solo Libano, ha ricordato l'attrice americana inviata speciale dell'Alto commissariato dell'Onu per i rifugiati (Unhcr), ci sono oltre un milione di rifugiati - un quarto rispetto alla popolazione del Paese ospitante - mentre in tutta la regione i profughi sono 4,8 milioni. E a questi si aggiungono 6,5 milioni di sfollati all'interno della Siria. La Jolie ha visitato in particolare alcuni campi profughi nella Valle della Bekaa, tra cui quello di Saadnayel, dove ha tenuto una conferenza stampa sotto una pioggia battente. Tra le tende in cui è entrata, quella di Kholoud, una donna di 38 anni rimasta paralizzata dal proiettile sparato da un cecchino, che vive qui con il marito e i quattro figli. Angelina Jolie ha sottolineato che nel mondo vi sono oggi 60 milioni di rifugiati. «Non possiamo lasciare - ha detto - che le paure ostacolino l'attuazione di una risposta efficace che è nei nostri interessi a lungo termine. Il mio appello oggi è che i governi in tutto il mondo dimostrino leadership: per analizzare la situazione e capire esattamente quello che il loro Paese può fare, quanti rifugiati possono assistere e come».