Più che una sfilata, un film: per presentare la collezione uomo per il prossimo inverno, Dolce e Gabbana mettono in scena un 'sicilian western' che si apre sulle note di Ennio Morricone e si snoda su una passerella di terra battuta come quella dei duelli di Sergio Leone.
A fare da cornice alla sfilata un allestimento che ricorda un set cinematografico, con i cactus intorno alla macchina da presa e a una torretta di Ipad che trasmettono in loop scene dagli spaghetti western più famosi. Dopo i titoli di testa proiettati su un telone, via alla sfilata-film, con i modelli che escono in passerella con dei mini Ipad per girare degli short movie che vengono proiettati in diretta sui maxischermi all'interno della sala e trasmessi in streaming sui social della maison.
Date le premesse, ci si aspetterebbe di vedere una moda tutta stivali, cinturoni e cappelli da cowboy, e invece no: «quello che ci interessa - spiegano i due stilisti - è il racconto, non l'indumento. Ci siamo ispirati agli spaghetti western di Sergio Leone perchè è un altro pezzo di Italia che abbiamo voluto reinventare».
Non a caso, nel disegnare la collezione, non hanno rivisto vecchi film nè consultato libri, ma si sono lasciati guidare solo dalle musiche, dalle colonne sonore scritte da Ennio Morricone, che già collabora con loro per le musiche degli spot e firmerà le note anche di quello in uscita a febbraio. Gli spaghetti western diventano così non una citazione ma un ricordo, «che è meglio sognare e reinterpretare oggi, in una visione un pò alla Tarantino», che non a caso ha collaborato proprio con Morricone per il suo ultimo film, il western 'The hateful eight'. Un lavoro per cui a 87 anni, il maestro ha vinto un Golden Globe e conquistato la sua sesta nomination agli Oscar.
«Siamo contenti per lui e siamo anche fortunati» dicono i due, sempre bravi nel leggere il contemporaneo e nel rendere attuale la tradizione. Ecco così il western all'italiana riletto in chiave pop: le pistole ricamate in oro e strass su giacche e cappotti, i ferri di cavallo e i cactus che diventano microfantasie sui completi pigiama e le piccole bandana di seta, le stelle da cowboy sui giubbini da motociclista. L'unico
riferimento diretto sono i poncho alla Giuliano Gemma, ma in pelliccia o tweed, il resto ha tutto una linea contemporanea: le giacche molto costruite, i calzoni sottili, i nuovi completi pigiama, i cappottoni e i pantaloni di agnello.
C'è anche un tocco di Sicilia, con le coppole al posto dei cappelli da cowboy, i carretti accostati alle diligenze, i simboli sacri alternati alle stelle da sceriffo, le rose intrecciate alle pistole. Tutto è stampato o ricamato, persino con i pupazzetti che riproducono le fattezze dei due stilisti ritratti con i gatti, mentre vanno in giro in motorino o si cimentano con il lazo come dei cowboy. Ci sono i bei completi da uomo il denim, le giacche di velluto e i cappotti di tweed, le camicie a piccole fantasie e i completi di lana a coste come l'intimo di una volta. E poi ci sono i pigiama, che i cowboy indossano per l'uscita finale, mentre scorrono i titoli di coda.
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