Dal Trittico di Beffi al Cristo deposto di Penne, oltre 100 opere scampate ai crolli del sisma del 6 aprile 2009 nel museo al Forte spagnolo cinquecentesco dell'Aquila tornano esposte in 5 grandi ambienti realizzati attraverso il recupero dell'ex mattatoio comunale. Questa la nuova incarnazione del Museo nazionale d'Abruzzo (Munda), inaugurato, ieri alla presenza del ministro per i Beni culturali Dario Franceschini.
"Quando riapre un grande museo è sempre festa, all'Aquila lo è doppiamente perché è una restituzione alla città e al Paese - ha dichiarato - Solo nel settore del patrimonio culturale ci sono 150 cantieri privati aperti, 50 lavori già conclusi, 15 cantieri su interventi pubblici come questo già conclusi e decine in corso".
Franceschini ha girato le sale in compagnia della direttrice del polo museale d'Abruzzo, Lucia Arbace, scattando foto, e ha anche ammonito gli operatori a non seguirlo con le telecamere per non danneggiare le opere. Il museo resterà aperto dal martedì alla domenica dalle 9 alle 19, l'ingresso sarà gratis fino al 3 gennaio, poi il biglietto costerà 4 euro intero e 2 ridotto. Attualmente sprovviste di cartellini, le opere verranno dotate di qr code da fotografare con gli smartphone per accedere a informazioni online.
"La città vive una crisi drammatica e deve trovare una sua prospettiva di sviluppo con un progetto strategico - ha commentato il sindaco, Massimo Cialente - Non solo l'industria ma anche la città dell'alta formazione e della cultura". Per la Arbace, "abbiamo vinto questa scommessa, ma ora dobbiamo fare in modo che questo museo diventi un grande attrattore di cultura e turismo". Per il presidente di Apindustria L'Aquila, Luciano Mari Fiamma, l'inaugurazione "potrebbe essere l'occasione per esporre ancora una volta all'Aquila il Guerriero di Capestrano già tornato in occasione del G8".
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