LONDRA. Niente nudo nel Calendario di Pirelli 2016, che nella sua 43esima edizione è nuovamente firmato da Annie Leibovitz. La provocazione sta nella semplicità e nel voler rappresentare la bellezza e la qualità delle donne che riverbera dai loro successi più che dai seni o dai fianchi.
«Mai come oggi penso che l'importanza del ruolo delle donne sia non solo visibile ma anche da ricercarsi. È un mondo pieno di tensioni in cui il ruolo delle donne deve alimentarsi» spiega il ceo del gruppo Marco Tronchetti Provera.
Dopo la presentazione in anteprima alla stampa il Calendario è stato l'ospite d'onore del Galà organizzato nel tempio londinese del rock la Roundhouse, con madrina della serata Kate Blanchett e il cantautore israeliano Asaf Avidan tra gli ospiti della serata che avrà il suo clou nell'esibizione di Gloria Geynor.
Il Calendario, icona della bellezza femminile da oltre 50 anni è anche un modo per raccontare il proprio tempo e pur restando un prodotto in edizione limitata con il supporto del nuovo sito dedicato (www.pirellicalendar.com), che riunisce filmati, fotografie e interviste che raccontano la sua storia, potrà veicolare il suo messaggio con più forza. «Abbiamo dato come tema ad Annie Leibovitz la donna nelle sue diverse espressioni, soprattutto donne che hanno successo. È stata lei a selezionare le protagoniste persone e il risultato è questo la bellezza in diverse forme, con diverse età e da diversi luoghi d'origine. Credo sia un calendario che segue i tempi» ha commentato Tronchetti.
Non è la prima volta che gli scatti sono privi di nudo e non parliamo dei primi Calendari degli anni '60 ma anche più recentemente nei lavori di Peter Lindbergh (2002), Patrick Demarchelier (2008) e Steve McCurry (2013) ma questa volta «Pirelli voleva intraprendere un percorso diverso rispetto al passato» aggiunge la fotografa americana che ha realizzato anche l'edizione del 2000, dove viceversa ha immortalato la prima serie di nudi della sua carriera. A Londra sono volate per la presentazione insieme alla fotografa anche Yao Chen, attrice cinese prima ambasciatrice dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati il cui scatto apre il 2016; la collezionista e mecenate nonchè presidente emerita del Moma Agnes Gund (nata nel 1938), che a marzo è ritratta abbracciata alla giovane nipote Sadie Rain Hope-Gund; infine la giovanissima blogger Tavi Gevison, già un'opinion leader a soli 19 anni. Ma dallo studio newyorkese che è stato il set per i 13 ritratti in bianco e nero sono passate altre donne ognuna a suo modo speciale da Yoko Ono a Patti Smith, dalla tennista Serena Williams alla top model russa Natalia Vodianova, fondatrice dell'organizzazione filantropica Naked Heart Russia, da Kathleen Kennedy presidente della Lucasfilm all'opinionista Fran Lebowitz, dala presidente della società di gestione fondi Ariel Investment Mellody Hobson alla regista Ava DuVernay, dall'artista iraniana Shirin Neshat all'attrice comica Amy Schumer.
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