ROMA. «È veramente un periodo difficile, non sono solo parole, quindi io vi ringrazio veramente tanto. È una serata che poteva non essere così e invece è molto bella. Io penso che le cose si sistemeranno, però intanto noi siamo qui. Grazie di esserci».
La folla applaude Tiziano Ferro nel suo quarto concerto a Roma nel 2015, per un tour che ha raddoppiato e triplicato le date in diverse città e che ha registrato il sold out in tutte dalla prevendita. Una folla che non si è lasciata intimorire dal clima di tensione che, dopo gli attentati a Parigi, sta vivendo la città. Sembrava, infatti, non esserci alcun vuoto nel parterre e sugli spalti del Palattomatica che invece, nella serata di sabato, aveva contato molte assenze:
«Ieri è stata una serata stupenda, veramente bellissima - ha detto Tiziano Ferro durante il concerto - ma quando sono tornato a casa mi hanno detto che ben mille persone di quelle che avevano acquistato il biglietto non si sono presentate. Le scelte di tutti vanno rispettate, vi racconto questa storia perchè vorrei farvi capire quanto invece secondo me è importante essere qui piuttosto che non esserci». A chi c'era, a chi ha potuto ascoltare questo messaggio, la dedica del brano «L'amore è una cosa semplice», apice dell'emozione in un concerto che ha raccolto le trenta canzoni simbolo della carriera di Tiziano Ferro, tornato su quel palco solcato per la prima volta poco più che ventenne.
«Chissà se qualcuno di voi c'era anche allora», si è chiesto, non nascondendo la gratitudine verso quel pubblico di veri fan, che ha cantato con lui tutti i brani in scaletta. «In questo periodo di particolare tensione - ha confessato, poi - io ne avevo bisogno, sono sincero».
Ma la commozione non ha avuto la meglio sul concerto che non ha smentito la versatilità del cantautore di Latina e lo ha visto spaziare tra momenti intimi e momenti eclatanti, in uno show divertente e romantico, con elementi scenici spettacolari: coreografie di ballerini durante «Xverso», «L'olimpiade», «Il vento», «Le cose che non dici» e «Raffaella è mia», geyser di CO2, mapping 3d sullo sfondo e persino sull'abito dell'artista, raggi laser colorati che raggiungevano, intrecciandosi, anche chi era più lontano dal palco. E poi i cambi di scena e di abito, per arrivare al momento finale, in cui Tiziano Ferro ha cantato a quattro metri d'altezza dal palco, su un cubo fluorescente sollevatosi al centro del Palalottomatica. La voce dell'artista ha retto oltre due ore di esibizione e si è fatta imponente su «Incanto», ultimo dei tre bis e chiusura del concerto-evento romano. Pubblico in piedi, con le braccia verso il cielo ad acclamare l'artista che ha ringraziato ancora una volta per poi sparire tra le scenografie illuminate, con il sorriso soddisfatto di chi ha dato e avuto il meglio.
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