Venerdì 27 Dicembre 2024

Fedez tuona sul web: "Il ministero dello Sviluppo economico censura la copertina del mio album" - Foto

La copertinza dell’album di Fedez ’Pop-Hoolista’ postata dal rapper sulla sua pagina Facebook. Roma, 3 novembre 2015. +++ATTENZIONE LA FOTO NON PUO? ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L?AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA+++
Il post di Fedez con cui quale il rapper, dal suo profilo Facebook, accusa il Ministero dello Sviluppo di voler censurare la copertina del suo album ’Pop-Hoolista’. Roma, 3 novembre 2015. +++ATTENZIONE LA FOTO NON PUO? ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L?AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA+++
Il post di Fedez con cui quale il rapper, dal suo profilo Facebook, accusa il Ministero dello Sviluppo di voler censurare la copertina del suo album ’Pop-Hoolista’. Roma, 3 novembre 2015. +++ATTENZIONE LA FOTO NON PUO? ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L?AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA+++
 
 
 
 
 
 

ROMA. «Il ministero dello Sviluppo economico ha dichiarato fuorilegge la copertina del mio album!». Fedez lancia «la bomba» dai suoi profili social e in poche ore l'hashtag #hocompratounalbumillegale scala la classifica dei trends di Twitter. È su Facebook, invece, che il rapper esplicita le accuse e in un video, insieme al suo avvocato, spiega che il marchio Pop-Hoolista, titolo dell'ultimo lavoro del rapper uscito nel 2014, è stato ritenuto in una comunicazione arrivata dagli uffici di via Veneto «contrario all'ordine pubblico perchè è ritratto un poliziotto e al buon costume perchè vomito un arcobaleno». Non è bastata la precisazione del ministero a placare le accuse di censura, che hanno riportato alla mente gli storici stop, da parte della Rai, a brani come Dio è morto di Francesco Guccini o 4 marzo 1943 di Lucio Dalla. Nulla di tutto ciò, secondo il Mise, che parla solo di una richiesta di chiarimenti sul marchio che il cantante chiedeva di registrare. «I contenuti - precisa una nota -, ed in particolare l'immagine di un poliziotto che sembra picchiare un personaggio che sta vomitando, sono sembrati all'Ufficio italiano dei marchi e dei brevetti come non rispondenti alla normativa che regola la tutela dei brand». Il riferimento è al Codice della proprietà industriale, contenuto nel decreto legislativo n.30 del 2005. Nell'articolo 14 si precisa che «non possono costituire oggetto di registrazione come marchio d'impresa i segni contrari alla legge, all'ordine pubblico o al buon costume». In base all'articolo 173 è stato quindi chiesto a Fedez di illustrare meglio la sua domanda di tutela del marchio: la legge prevede che abbia due mesi di tempo, prorogabili fino a sei. «Nel frattempo ovviamente - fa sapere il Mise - il suo album potrà tranquillamente circolare ed essere venduto». Per il rapper, però, l'azione del ministero «a esser buoni, ha il sapore dell'ottusità retrograda e, a voler essere maliziosi, puzza di censura». Un'opinione condivisa da molti sostenitori sul web: la maggior parte cita l'art.21 della Costituzione sulla libertà di espressione, ma c'è anche chi si dice felice di andare in prigione per Fedez, chi fa vestire al rapper i panni di Robin Hood, nuovo fuorilegge assoluto, chi paragona il vomitare arcobaleni al rapinare banche e chi ritrae Maurizio Gasparri (che più di una volta ha battibeccato con il cantante) con in mano l'album incriminato e la didascalia: «Il Gaspy felicissimo del suo acquisto illegale».

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