ROMA. «Quando mi sveglio non mi sento certo un sex symbol. Sono poco vanitoso, ma mi fanno fare sempre questo personaggio e non altri. L'attore non sceglie, subisce le scelte degli altri». A parlare così è Luca Argentero protagonista, insieme a Sarah Felberbaum, di Poli opposti, sophisticated comedy di Max Croci in sala da giovedì in 300 copie con 01. Lui è Stefano Parisi, terapista di coppia e lei Claudia, divorzista feroce che ha un conto aperto con gli uomini. Insomma due lavori che apparentemente non potrebbero essere più distanti. Lui cerca di ricucire le coppie e di trovare motivi di accordo, lei invece cerca di distruggere ancora di più quello che è stato distrutto, spolpando il più possibile il marito con il più alto degli assegni da pagare alla moglie. Come vuole il genere, i due si incontrano per caso, poi scoprono di essere vicini di studio e cominciano ad odiarsi-amarsi ogni volta che si incontrano. Il dottor Parisi, nonostante il suo lavoro, ha appena lasciato la moglie, Mariasole (Anna Safroncik), e consumato anche il distacco dall'ingombrante suocero, il Dott. Beck (Tommaso Ragno), famoso psicologo e irriducibile narciso. Claudia è invece mamma single del piccolo Luca (Riccardo Russo), un ragazzino grassottello e dolce mobbizzato dai suoi compagni di scuola, e un fratello, Alessandro (Giampaolo Morelli), bugiardo seriale e sfrontato marito di Rita (Elena Di Cioccio), ormai rassegnata alla gelosia. «Sono un bambino felice che ha visto realizzato un sogno - dice in conferenza stampa Max Croci -. Ho sempre amato la commedia sofisticata e non a caso in Poli opposti ci sono molte citazioni, da Billy Wilder a Lubitsch, che raccontano questo genere classico hollywoodiano». Contento invece Argentero di interpretare il ruolo di un uomo elegante e gentile: «Il romanticismo - dice - o ce l'hai o non ce l'hai. Un pò è anche come si è abituati in famiglia. I miei genitori ancora adesso si danno il bacino in macchina quando devono lasciarsi anche per poco». Spiega invece Sarah Felberbaum del suo personaggio di Claudia Torrini: «Sul set mi chiedevano sempre di più di essere una donna arrabbiata, incazzata con il mondo intero. Era terribile». Mentre ancora il regista sottolinea: «Non bisogna mai dimenticarsi dell'aspetto romantico della vita. Così ho voluto prendere una commedia romantica e portarla ai giorni nostri raccontando una Roma un po' colorata proprio come facevano le produzione americane che giravano nella Capitale». Sul genere scelto il produttore Marco Poccioni fa notare: «La nostra industria cinematografica è un pò povera. Si tende a non rischiare molto, ma questo è uno sbaglio. Bisognerebbe avere più coraggio come fanno appunto gli americani con questo genere, mettendo in scena una tipologia di personaggi che possano far sognare».