ROMA. Per aprirla al pubblico ci vorrà tempo, due anni minimo, ma la volontà c'è tutta. Italo Ormanni, magistrato di tanti processi importanti (dalla mafia al delitto dell'Olgiata, da Marta Russo a Maria Grazia Cutuli) oggi è il presidente della Fondazione Museo Alberto Sordi, istituita nel 2011 da Aurelia Sordi proprio con il fine di realizzare un museo dedicato al fratello nella villa in cui visse dal 1958 fino al giorno della sua scomparsa il 24 febbraio 2003.
La Fondazione è stata designata da Aurelia come erede universale. «I passi da compiere sono vari e lunghi. Il primo step - dice Ormanni - riguarda gli interventi strutturali che vanno fatti in questa casa, il tetto,
l'impermeabilizzazione, il sistema d'allarme ed è urgente cominciare anche perchè la Fondazione in quanto custode è responsabile dello stato della villa». Inoltre si aspetta lo sviluppo della causa civile, quella che i 70 parenti, discendenti dei fratelli dei genitori di Sordi, hanno intentato impugnando il testamento che li esclude completamente. «Nessuna ingerenza processuale c'è su questo progetto - spiega però l'avvocato della Fondazione Felice Dalfondo Del Sordo - c'è una vulgata che dice che la signorina Sordi non era in grado di gestire il patrimonio o firmare un testamento in quanto incapaci di intendere e di volere. Non è vero e non è mai stato provato».
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