ROMA. «Non denigrate i gay che si vogliono sposare. Dire che la normalizzazione dell'omosessualità ha reso i gay meno creativi sarebbe come dire che la lotta per l'eguaglianza fra i sessi ha reso le donne meno interessanti». È questa la risposta di Mika, a chi accusa i gay di imborghesimento, che si legge in un'intervista su Vanity Fair al cantante, a cui il magazine dedica la copertina del nuovo numero. «Qualche tempo fa - sostiene Mika - ho sentito un tizio che diceva: 'Ormai solo i gay vogliono sposarsi'. Forse voleva fare lo spiritoso ma può essere molto pericoloso denigrare la normalità. Non stiamo parlando di diventare tutti uguali, di garantire la libertà di scelta, di proteggere le persone dalle discriminazioni, di dare a tutti gli stessi strumenti per poter riuscire nella vita. Una volta la comunità gay - si chiede il cantante - era più creativa perchè emarginata? Ricordiamo che l'obiettivo di tutte quelle espressioni artistiche, musicali, letterarie era arrivare all'uguaglianza. Non si è lottato per la normalità, ma per gli stessi diritti. Ci sono posti nel mondo dove uomini e donne vengono linciati, persino uccisi, perchè omosessuali. Dire che la normalizzazione dell'omosessualità ha reso i gay meno creativi sarebbe come dire che la lotta per l'eguaglianza fra i sessi ha reso le donne meno interessanti». Il cantante nato a Beirut si sofferma quindi sui suoi ricordi d'infanzia e sulla sua famiglia, alcuni dei temi al centro del libro che sta scrivendo in uscita in autunno. Mika ha una relazione da otto anni con il film-maker di origini greco-inglesi Andreas Dermanis.