Ecco chi erano i quattro italiani, vittime del devastante terremoto che ha colpito sabato il Nepal. Gigliola Mancinelli, medico-speleologo. "Disponibile, generosa" e ancora "appassionata della sua attività come medico-speleologo collaboratore del Corpo nazionale del Soccorso Alpino". E' l'immagine che emerge dalle testimonianze di chi ha conosciuto Gigliola Mancinelli, il medico anestesista di 51 anni di Ancona, morta sotto la frana provocata dal sisma nel Nepal, che ha seppellito il villaggio di Langtang. La Mancinelli era medico anestesista in servizio preso la rianimazione del polo cardiologico Lancisi: "Abbiamo sperato fino all'ultimo che non fosse lei" riesce solo a dire il primario Cristopher Munch. Ma era anche volontaria presso la base del'elisoccorso di Fabriano. "Ho ancora sul telefonino gli sms che Gigliola mi ha mandato prima di partire: mi aveva chiesto un cambio di turno, ci teneva tanto ad andare..." dice il dottor Germano Rocchi, responsabile del servizio di elisoccorso delle Marche, che la definisce "una bravissima anestesista e una carissima collega". Piazza, Benedetti e Pojer. Erano tutti del Trentino. Sono Oskar Piazza, Renzo Benedetti e Marco Pojer: i trentini morti in seguito al devastante sisma nella zona nord del Paese, verso il confine con il Tibet. Piazza era con altri tre speleologi (tra cui Gigliola Mancinelli, morta anche lei) a Langtang, un parco nazionale paradiso dagli amanti del trekking. Nel villaggio omonimo, dov'erano in circa 200, dopo il disastro non sembra siano rimaste vive più di quaranta persone. Un'altra frana, poco distante, ha spazzato via Benedetti e Pojer nella Rolwaling Valley, tra villaggi di sherpa disseminati fra i sentieri di pendii aspri. La notizia dei decessi è giunta oggi, ma risalgono a sabato, dopo la prima scossa. Noto per le sue imprese di alpinismo, Renzo Benedetti, 60 anni, di Segonzano, in Val di Cembra, lascia moglie e figlio. Istruttore nazionale di scialpinismo e alpinismo, direttore della scuola di alpinismo della Sat di Cavalese, gli ottomila erano il suo habitat naturale. Manaslu, Makalu, Dhaulagiri, Cho Oyu e Gasherbrum II senza ossigeno, l'Everest e K2 con l'ossigeno. L'Himalaya un luogo che frequentava da sempre. Marco Pojer, 53 anni, di Grumes, in Val di Cembra, era amico di Benedetti e lavorava come cuoco nella scuola materna del paese. "Non era sposato e viveva con la mamma - racconta il sindaco, Simone Santuari - che è rimasta sola. Qui lo conoscevano tutti: siamo in 400. Erano 15 anni che faceva il cuoco lì e non era mai mancato un giorno. Adesso aveva chiesto un mese di aspettativa".