PALERMO. Villa Giulia, patrimonio «di inestimabile valore storico e artistico della città», finisce sotto sequestro giudiziario e viene affidata ad un custode. La decisione è del giudice per le indagini preliminari Agostino Gristina, che ha accolto la richiesta del sostituto procuratore Ennio Petrigni. I cancelli restano aperti, ma il provvedimento (esecutivo da mercoledì) ha avuto un effetto immediato. Quello che le guide definiscono «il più antico giardino pubblico d’Europa» è stato affdato all’architetto Michele Tinirello, col compito di gestirlo, meta com’è di tantissimi palermitani e turisti, ma - purtroppo - anche di vandali e ladri: il custode e amministratore dovrà mettere in atto tutti i provvedimenti utili per preservare statue, piante e strutture. Per il giudice che ha emesso il provvedimento di sequestro, la villa «versa in condizioni di estremo degrado dal punto di vista architettonico, sia per deterioramento strutturale sia per frequenti sottrazioni, danneggiamenti ed atti vandalici ad opera di ignoti». Secondo un rapporto del gruppo investigativo tutela patrimono artistico dei Vigili urbani, fatto proprio dal gip Gristina, lo stato di Villa Giulia rivela la «totale inefficacia di un presunto servizio di custodia e l’assoluta, colpevole inerzia dell’amministrazione sia nei confronti della parte monumentale e architettonica, sia nei confronti dell’antico giardino». Lo stato di «vergognoso degrado», aggiunge il magistrato, provoca anche un «pericolo per la pubblica incolumità e nello stesso tempo» trasforma la Villa in «un cantiere a cielo aperto a disposizione di ladri, teppisti e malfattori». L’iniziativa di pubblico ministero e gip serve anche a «proteggere tale patrimonio artistico e culturale dalla consumazione di ulteriori reati, dall’aggravamento di quelli già posti in essere, nonché dalla non meno grave e persistente inerzia dell’amministrazione comunale». Ecco perché, a parere di Gristina «appare opportuno nominare custode del bene persona qualificata e competente con il compito di segnalare all’Autorità giudiziaria eventuali scellerate iniziative dell’amministrazione comunale o qualsivoglia ipotesi di reato. Il tutto nella prospettiva di salvare e possibilmente recuperare» questo polmone verde con una storia centenaria. «Gli operai del Comune - spiega Francesco Raimondo, assessore alle Ville storiche - stanno già effettuando alcuni interventi di messa in sicurezza. Soprattutto nella zona di confine con l’Orto botanico. Tutto ciò che nell’ottica di rendere liberamente fruibile e senza pericoli l’intera area». L’opera fu realizzata per volere del Pretore e governatore della città Antonio La Grua tra il 1777 ed il 1778, ha preso il nome da Giulia d’Avalos, moglie del viceré Marcantonio Colonna. Il progetto è dell’architetto Nicolò Palma che disegnò un perimetro perfettamente quadrato. Lo spazio centrale, di forma circolare, ha quattro esedre progettate da Giuseppe Damiani Almeyda. Foto di Giovanni Pepi. Testo di Giancarlo Macaluso e Umberto Lucentini