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Linus, compie 50 anni il fumetto che ha fatto scuola - Foto

MILANO. Non servono numeri per sapere che è un'istituzione, ma quando ad aprile saranno passati 50 anni dalla sua nascita quest'importanza culturale sarà misurabile in cifra tonda: il mensile Linus celebra mezzo secolo con un numero speciale, una mostra e un convegno.

Numero speciale, quello in edicola dal 4 aprile, a cominciare dalla sovraccoperta lunga mezzo metro che può essere srotolata e appesa come un poster: sul lungo 'tappeto azzurrò si potranno riconoscere i protagonisti della vita di Linus, da Snoopy a Corto Maltese, passando per Valentina, Calvin & Hobbes, Dilbert, Doonesbury, Dick Tracy e molti altri ancora. Soltanto scorrendo i popolari personaggi ospitati sulle sue pagine, a partire ovviamente dai Peanuts di Charles M. Schultz, si capisce già il valore storico della testata. Ma non è solo questione di nomi: il principale merito unanimemente riconosciuto alla 'rivista di fumetti e diversità' sta non solo nell'aver reso popolari le strisce di mezzo mondo, ma prima di tutto nell'aver elevato per la prima volta in Italia un medium come il fumetto, fino ad allora ritenuto materia infantile.

Era questo lo scopo che si era prefissato il gruppo fondatore, che contava fra gli altri il primo direttore Giovanni Gandini e Oreste Del Buono, vero ideologo e a più riprese direttore della rivista. Nella sua storia molte altre celebri
firme della letteratura e del giornalismo nazionale hanno partecipato a questa promozione del fumetto: da Elio Vittorini e Umberto Eco, presenti nel primo numero, passando per Stefano Benni, Pier Vittorio Tondelli, Michele Serra, Alessandro Baricco, Enzo Baldoni e molti altri. I meriti culturali di Linus si sommano a quelli strettamente fumettistici: la rivista vide i natali di alcuni personaggi iconici, come Valentina di Guido Crepax già nel 1965 e più tardi nel 1979 Bobo di Sergio Staino. Del resto, non sono molte le matite storiche che in questi dieci lustri non abbiano trovato casa presso la rivista: Hugo Pratt, Andrea Pazienza, Igort, Enzo Lunari, Daniele Panebarco, Filippo Scozzari sono solo alcuni dei grandi del fumetto italiano passati sul mensile, senza contare la satira di Altan, Vauro o Vincino.

Una storia di talent scouting che continua oggi con quei 'Fratelli del cielo' (Tuono Pettinato, Ratigher, Maicol & Mirco e Dr. Pira) che nel prossimo numero reinterpreteranno con le loro vignette questi 50 anni memorabili. Pur ripudiando esplicitamente fin da subito uno spirito documentario, cionondimeno Linus ha fatto conoscere al pubblico italiane serie storiche come 'Lìl Abner' di Al Capp, 'Popeyè di Elzie Segar e 'Krazy Kat' di George Herriman, pezzi forti con 'Charlie Brown' proprio nel primo numero. Un ruolo, quello di tramite con le migliori produzioni europee e americane, che è proseguito con Wolinski e Robert Crumb, Garry Trudeau e Johnny Hart, Geroges Pichard e Jacques Lob, fino ad arrivare ai più recenti Matt Groening e Scott Adams. Quando il primo editoriale dell'aprile 1965 parlava di 'letteratura grafica', doveva ancora arrivare in Italia il momento in cui graphic novel come 'unastoria' di Gipi o 'Dimentica il mio nome' di Zerocalcare avrebbero fatto a gara con i romanzi tradizionali per i premi letterari più ambiti.

Quel 'Grande Cocomero' di cui Linus Van Pelt preannunciava la venuta nella quarta di copertina del primo numero pare finalmente arrivato, e il merito è stato anche e soprattutto di linus. Uno sguardo più approfondito alla storia della rivista si potrà avere dall'11 aprile al museo Wow Spazio Fumetto di Milano, che dedicherà una mostra alla pubblicazione, o il 15 aprile all'Università Cattolica di Milano con un convegno dedicato al cinquantenario.

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