ROMA. Sono pronte le gambe bioniche, risultato del primo progetto al mondo che unisce protesi e robot indossabili, come esoscheletri, per far camminare senza fatica persone che hanno subito amputazioni.
Un grande risultato strategico: le gambe bioniche presentate oggi a Firenze sono soprattutto questo
per gli esperti che hanno seguito il progetto europeo Cyberlegs (CYBERnetic LowEr-Limb CoGnitive Ortho-prosthesis), finanziato dalla Commissione Europea con 2,5 milioni di euro in tre anni. Coordinata dall'Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, la ricerca è stata condotta in collaborazione con Belgio (Università Cattolica di Lovanio e università Vrije
di Bruxelles) e Slovenia (università di Lubiana), e Fondazione Don Gnocchi di Firenze.
Sono almeno quattro i risultati ottenuti da questo mix senza precedenti di protesi, tutori, dispositivi robotici e sensori. Il primo è uno zainetto hi-tech, leggero e comodo da indossare, rende più facile flettere e di estendere l'anca: una sorta di tutore robotico chiamato Active Pelvis Orthosis. C'è poi la protesi motorizzata e collegata a un sistema di sensori indossabili, che permette alle persone che hanno subito amputazioni di camminare, sedersi, salire le scale. In terzo luogo è stato messo a punto il dispositivo che combina la protesi con il tutore del bacino: mentre la prima sostituisce l'arto mancante, il tutore aiuta a camminare in modo più naturale.
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