PALERMO. In un Paese un po’ disattento come il nostro è sempre bene sottolineare che gli attuali successi del vino siciliano vengono da lontano e hanno richiesto studio, impegno, investimenti, ma anche scienza e innovazioni tecnologiche nelle vigne e nelle cantine. Un'operazione complessa come i labirinti di Borges, un susseguirsi di passi cauti e diffidenze reiterate, di faticosa risoluzione. Nuovi modi di concepire e vivere il vino, a partire da dove tutto comincia, la vigna, fino a dove il mosto sboccia, ovvero la cantina. Un affascinante romanzo del vino di Sicilia, dono - l'isola - della natura al Mediterraneo, è racchiuso nell'ottava edizione della Guida ai vini di Sicilia, da oggi in edicola con il Giornale di Sicilia al prezzo di 5 euro, più il costo del quotidiano. La Guida, curata da Fabrizio Carrera e Gianni Giardina e presentata ieri, conferma una volta di più il livello alto e consolidato raggiunto dalla viticoltura siciliana. Sono bravi, i vignaioli. In alcuni casi bravissimi, come i dieci superpremiati. Ecco i numeri della Guida pubblicata dal Giornale di Sicilia: settecento le etichette selezionate, quarantadue i vini a cinque stelle - più rossi che bianchi - 127 le aziende recensite. Trapani la provincia più premiata, al secondo posto Catania col suo gigante, l'Etna, dove il vino è sangue di terra, dove zolle scalpitanti e minerali abitano un ardente paradiso eno-gastronomico. Palermo e Trapani si piazzano al terzo posto ex aequo, con sei etichette. Testo di Antonella Filippi, foto di Igor Petyx ALTRE NOTIZIE NELLE PAGINE DEL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA