Sale drammaticamente la tensione in Israele e nei Territori Occupati. Alcune ore dopo che Israele aveva bombardato Gaza, sette persone sono rimaste uccise in un attentato compiuto da un 21enne palestinese, che non era conosciuto dai servizi di sicurezza. E adesso il timore è di un’ulteriore escalation.
L’attacco, avvenuto nel Giorno della Memoria dell’Olocausto, è stato uno dei più gravi degli ultimi anni. Alkam Kairi è arrivato in auto intorno alle 20:00 ora locale, dinanzi a un edificio adibito a sinagoga, dove c'erano le celebrazioni dello Shabbat. «Ha sparato a distanza ravvicinata a chiunque incontrasse», ha raccontato un testimone. Entrato nella sinagoga, ha anche cercato di inseguire chi era presente. Poi è risalito in auto ed è fuggito verso il quartiere palestinese di Beit Hanina, a diverse centinaia di metri di distanza, dove si è imbattuto negli agenti che lo hanno ucciso. Nel passato il terrorista aveva pubblicato un post su Facebook in cui scriveva che «il cecchino giusto al posto giusto è meglio di mille soldati nel campo più vicino».
Quando si è saputo del grave attentato, le moschee di Gaza, Jenin, Hebron lo hanno annunciato con i megafoni. A Ramallah si è visto un convoglio di auto, in carosello per la città. A Gaza - a guardare le foto rilanciate dai media palestinesi- c'è stato chi è uscito in strada, con enormi piatti, per distribuire dolci ai passanti. Ha esultato anche il portavoce di Hamas, Hazem Kassem: «Un’azione eroica, vendetta per i morti a Jenin». Con lui il portavoce della Jihad Islamica, Daud Shahab: «Il messaggio a Israele è che siamo pronti alla resistenza e per la battaglia finale, che è molto vicina».
Benjamin Netanyahu, premier del governo più a destra della storia e che aveva promesso di garantire la sicurezza dei cittadini, ha voluto recarsi sul luogo dell’attacco e ha convocato per le prossime ore una riunione del gabinetto di sicurezza. Il ministro della Difesa Yoav Gallant, che era negli Stati Uniti per motivi personali, rientrerà in Israele stanotte. L’attacco segue giorni di violenza in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza. E le tensioni sono aumentate ulteriormente giovedì mattina, quando un raid delle truppe israeliane in Cisgiordania contro una cellula terroristica ha provocato la morte di almeno nove palestinesi. La reazione, nella notte di giovedì, è stato il lancio di numerosi razzi da Gaza, a cui Israele ha reagito con raid aerei. Venerdì la tensione è stata alta anche a Gerusalemme e sul Monte del Tempio, anche se le preghiere dei musulmani sono andate avanti senza problemi. Per il governo Netanyahu, insediato da qualche settimana appena, si preannunciano giornate complicate.
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