Mercoledì 18 Dicembre 2024

Pioggia di bombe russe a Dnipro, 5 morti e 60 feriti

 
 
 
 

Ancora missili russi, ancora macerie, ancora morti tra i civili nell’orrore della guerra. Una pioggia di morte è tornata a cadere in tutta l’Ucraina, con l’allarme aereo che è risuonato mattina e pomeriggio in ogni oblast, compresa la regione di Kiev e la capitale. Un’offensiva dai cieli che non risparmia uomini, donne e bambini, sventrando un condominio nella città di Dnipro: almeno cinque i morti, 60 i feriti tra cui dodici bambini, il più piccolo di soli 3 anni. Il presidente ucraino Voldymyr Zelensky promette che non ci sarà alcuna pietà, contro il «terrore» di Mosca: «Il mondo deve fermare il male», ha invocato. Mentre il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba ha fatto appello a G7 e Ue per nuove sanzioni che possano «uccidere l’industria dei missili e droni» russa. È stato il decimo attacco missilistico su vasta scala, secondo i media ucraini: a Kiev sono state colpite infrastrutture critiche e 28 edifici residenziali, senza fare vittime. Secondo il capo dell’amministrazione regionale di Mykolaiv, Vitaliy Kim, 17 bombardieri russi si sono alzati in volo verso l’Ucraina. L’allarme ha risuonato in tutte le regioni, seguito da una seconda ondata di esplosioni a Kiev e in tutte le oblast del Paese, anche a ovest. Nonostante l’aeronautica abbia riferito di aver intercettato 25 dei 38 missili russi, i raid hanno colpito le già martoriate infrastrutture strategiche e reti elettriche, anche a Leopoli e Kharkiv, portando nuovi blackout di emergenza nella maggior parte delle regioni. In vista ci sono «giorni difficili» sul fronte energetico, ha detto il ministro dell’Energia German Galushchenko. Mentre rimbalzano sui social le immagini drammatiche delle macerie del condominio di Dnipro spaccato a metà, la Moldavia ha denunciato che «frammenti di un missile sono caduti sul territorio» del Paese. «Questo è il terzo caso», ha ricordato Chisinau. Al fronte resta aperta la questione Soledar, con l’esercito di Kiev che ancora una volta sostiene di controllare la città negando le rivendicazioni di Mosca di averla conquistata. E Zelensky torna a chiedere le armi all’Occidente. Perché «il terrore» di Mosca può essere fermato solo «sul campo di battaglia in Ucraina», ha detto il leader ucraino. Che ha incassato l’impegno del premier britannico Rishi Sunak a fornire a Kiev i tanto desiderati carri armati Challenger 2, dopo la promessa della Polonia di fornire i tank Leopard. Il presidente ucraino ha elogiato il «forte sostegno del Regno Unito», mentre dall’ambasciata russa a Londra arriva la condanna della decisione di Downing Street: «Comporterà un’escalation delle ostilità in Ucraina e nuove vittime». E dopo le indiscrezioni di Rivista Difesa secondo cui l’Italia avrebbe dato l’ok alla fornitura dei sistemi antiaerei Samp/T all’Ucraina, a Kiev c’è attesa per la visita della premier Giorgia Meloni. «Abbiamo ascoltato molte dichiarazioni a favore dell’Ucraina da parte sua», ha affermato a Sky TG24 Andriy Yermak, capo dell’ufficio del presidente ucraino. «Penso che l’Italia potrebbe essere uno dei Paesi che porterà l’Ucraina alla vittoria». Sul fronte diplomatico, la Turchia intanto torna a premere per una soluzione negoziata. E se non riesce a raggiungere un accordo di pace più completo, Ankara si è detta pronta a spingere per «cessate il fuoco locali». Perché né la Russia né l’Ucraina «sono in grado di vincere militarmente», ha affermato Ibrahim Kalin, stretto consigliere del presidente Erdogan. Da Kiev «apprezziamo tutte le iniziative di pace, incluse quelle portate avanti dal Papa», ha poi detto Yermak, annunciando che “è giunto il momento per il Papa di visitare l’Ucraina e dare così un segnale molto chiaro che è la Russia che deve fermare ciò che ha avviato». Ma l’ultima offensiva russa di certo non aiuta a parlare di tavolo di dialogo. E nemmeno i toni che giungono da Mosca, con il ‘delfinò del presidente Vladimir Putin, Dmitry Medvedev, che attacca ferocemente il premier giapponese Fumio Kishida dopo l’incontro con Joe Biden alla Casa Bianca. I due avevano messo in guardia il Cremlino dall’uso dell’atomica. Kishida «dovrebbe vergognarsi, gli unici ad averla usata sono stati gli Usa», ha attaccato Medvedev. «Una tale vergogna può essere lavata solo commettendo seppuku», il suicidio rituale giapponese.

leggi l'articolo completo