Giovedì 26 Dicembre 2024

Addio a Trintignant, mostro sacro del cinema francese

Morto a 91 anni Jean-Louis Trintignant
 
 
 
 
Brigitte Bardot amò Trintignant
Vittorio Gassman e Jean Louis Trintignant, in una foto di scena del film “ Il sorpasso “ di Dino Risi,( 1962).
Anouk Aimee e Jean-Louis Trintignant
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E’ stato un simbolo della Francia, del suo teatro e del suo cinema Jean-Louis Trintignant, morto oggi a 91 anni. Nato nel piccolissimo comune francese di Piolenc in Provenza l’11 dicembre 1930, ha avuto una carriera lunga oltre 70 anni, un vero mostro sacro, la cui vita privata è stata segnata da molti drammi, primo fra tutti quello della morte violenta della figlia Marie uccisa dal compagno Bertrand Cantat nel 2003. Si era ufficialmente ritirato dalle scene nel 2018, annunciando quasi con nonchalance di dover combattere contro un tumore che gli succhiava le forze. «Nei primi giorni ho deciso di combattere - ha raccontato - ma poi sono diventato un pò pigro, mi faccio accudire e aspetto. Non mi sento più sicuro, ho sempre bisogno di qualcuno che mi sorregga e soprattutto mi sento vecchio e inutile». Invece nel 2019 aveva ceduto al richiamo del vecchio amico Claude Lelouch per tornare a fare coppia con Anouk Aimè e per l’atteso ritorno dei personaggi di “Un uomo e una donna» che nel 1966 furono premiati con la Palma d’oro e diedero a Trintignant il successo mondiale. Il festival di Cannes ha applaudito «I Migliori anni della nostra vita», a metà fra finzione e confessione pubblica, ma c’era un pò di tristezza nascosta dal luccichio dei flash sul tappeto rosso. L’inimitabile pilota romantico Jean-Louis di «Un uomo e una donna» nasce a Piolenc. Suo padre è un piccolo industriale, figlio e nipote di una famiglia di piloti da corsa che non fa mistero delle sue simpatie socialiste: milita nella Resistenza e poi sarà sindaco del paese. La madre è una robusta signora della piccola borghesia, andata sposa per un matrimonio combinato, protagonista di una storia d’amore con un soldato tedesco che segnerà i rapporti col marito e la prima infanzia del figlio che assiste ai litigi dei genitori e viene spesso costretto a vestirsi da donna per accondiscendere al desiderio della madre che voleva una figlia dopo il primogenito. La signora Trintignant - così la raccontava Jean-Louis - è passionale e romantica, ama la tragedia, adora Racine e lo incoraggia a recitare fin da ragazzo nell’allestimento locale de “L’Arlesienne». Studente di legge, Trintignant sale a Parigi e trova i primi ruoli in teatro, ma nel 1955 fa le sue prime prove nel cinema: tre film in un anno tra cui «E Dio creò la donna“ con Brigitte Bardot diretta da Roger Vadim. Il successo del film si riflette anche su di lui, Vadim lo richiama per «Le relazioni pericolose», i produttori lo usano come merce di scambio per le frequenti coproduzioni con l’Italia. Sbarca quindi a Cinecittà per «Estate violenta» di Valerio Zurlini (1959), il mitologico “Antinea» e infine, quasi per caso, lo sceglie Dino Risi per far coppia con Vittorio Gassmann ne «Il sorpasso» (1962). In carriera Trintignant ha interpretato oltre 120 ruoli, ha recitato con i più grandi (da Cavalier a Costa Gavras, da Bertolucci a Scola, da Robbe-Grillet a Chabrol, Da Rohmer a Deray, da Truffaut a Kieslowski), fino a Michael Haneke che lo ha riportato su un set dopo anni di silenzio in seguito alla morte dell’adorata figlia Marie. In teatro ha recitato tragedia e commedia, declamato Prè vert almeno 2000 volte, superato tutti gli interpreti della sua generazione ed è rimasto nel cuore degli spettatori per film memorabili. Oltre «Il sorpasso» e «Un uomo e una donna» non si possono dimenticare almeno: «Z - l’orgia del potere», «Metti una sera a cena», «La mia notte con Maud», «Il conformista», «La donna della domenica», , «Il deserto dei tartari», «La terrazza», «Finalmente domenica», «Film rosso» fino al dittico finale «Amour» e «Happy end», confermando a più riprese un amore reciproco con il cinema italiano. Ma la costante è quel tratto sommesso, malinconico e gentile che sono la sua cifra più ricorrente. Costa Gavras gli mise addirittura un paio di occhiali scuri in «Z» per accentuare il tratto felicemente ordinario della sua presenza. E alla fine si pentì perchè in fin troppe scene Trintignant sembrava sparire dallo schermo, intimidito tra la folla. Ma è proprio questo ad attrarre l’attore: un modo di essere che non appare, che non si fa notare e per questo lo fa diventare intimo con lo spettatore. E vinse il premio a Cannes. Trintignant non amava il glamour, i premi, il gossip e anche per questo si è sempre riconosciuto in registi come Lelouch (che attira su di sè l’attenzione) o la sua prima moglie, Nadine, che era la sua prima complice. Per questo amava più di tutto il teatro.

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