Chiusura ad alta intensità emotiva dell’evento che ha suggellato oggi il culmine delle celebrazioni pubbliche del Giubileo di Platino dei 70 anni di regno di Elisabetta II. La 96enne sovrana, in abito color carta da zucchero firmato da Angela Kelly, è stata salutata da ripetuti urrà di una folla strabocchevole assiepatasi alla fine della parata di Trooping di Colour di fronte a Buckingham Palace e lungo tutto il vialone del Mall per rendere omaggio ancora una volta alla sovrana più longeva della storia britannica: tornata a farsi vedere per l’occasione più importante dopo mesi di semi-isolamento e di forfait a ripetizione.
La regina si è mostrata sorridente, e toccata dietro le lenti fumé dall’enorme manifestazione d’affetto dei sudditi affluiti in un tripudio di Union Jack, ha indugiato con lo sguardo sulla marea umana che la invocava prima di rientrare dal balcone nel palazzo. Balcone da cui ha assistito con un’espressione soddisfatta e a tratti assorta al passaggio di elicotteri e jet, con al fianco i membri in servizio attivo della Royal Family: alternando fitti scambi di parole con l’eterno erede al trono Carlo, alla sua destra, a qualche battuta con la di lui consorte Camilla, ma anche con il piccolo Louis, 4 anni, terzogenito di William e Kate, vivace alla sua sinistra accanto a mamma, papà, al fratello maggiore George (protagonista di qualche smorfietta) e alla sorella Charlotte. In quello che è stato un gran finale a naso in su nel cielo di Londra - un pò rannuvolato dopo il sole della prima mattina - segnato dal sorvolo di formazioni di velivoli vari: dai gloriosi aerei storici della Seconda Guerra Mondiale (un Lancaster, 2 Spitfire, 2 Hurricane), alla squadriglia di caccia Typhoon disposti a formare il numero 70, fino al trionfo delle Red Arrows, la pattuglia acrobatica della Raf, con la scia dei colori rosso, bianco e blu della bandiera nazionale del Regno.
Ecco alcune delle tappe che hanno segnato il suo lunghissimo regno.
La morte del padre Alberto e l'ascesa al trono
6 febbraio 1952: la prima data fondamentale per ripercorrere la "carriera" della longeva monarca. Elisabetta era in Kenya per affrontare l'impegnativo tour dei Paesi del Commonwealth. Alle 7.30 di mattina di quel 6 febbraio suo padre, il re Giorgio VI, nato Albert Frederick Arthur George, venne trovato morto nel suo letto di Sandringham House, la residenza della Famiglia Reale nel Norfolk. Durante la notte si era spento per una trombosi coronarica: aveva solo 56 anni ma il suo fisico era minato da diversi problemi di salute, anche per la sua condizione di accanito fumatore. Per questo, alla sua morte, l'adorata figlia maggiore si trovava in Kenya (Elisabetta aveva una sorella più piccola, Margaret, contessa di Snowdon, deceduta nel 2002). Avvisata telefonicamente della scomparsa del padre, Elisabetta rientrò immediatamente a Londra e scese dall'aereo vestita a lutto: a partire da quel momento non sarebbe più stata solo "Elisabetta", era diventata la regina d'Inghilterra. L'incoronazione sarebbe avvenuta un anno dopo, il 2 giugno 1953, nell'abbazia di Westminster: la cerimonia venne seguita in diretta televisiva da milioni di persone in tutto il mondo.
La prima volta che la regina pianse in pubblico
Il 21 ottobre 1966, alle 9.15 del mattino, gli abitanti del villaggio di Aberfan, nel Galles meridionale, vennero travolti da una frana che uccise 144 persone, di cui 116 bambini. Il villaggio si trovava ai piedi di una collina dove, per oltre 50 anni, erano stati accumulati i rifiuti ottenuti dall'attività di scavo delle miniere vicine. Il disastro avvenuto nel villaggio di minatori è stato un momento importante per la regina per due ragioni. La prima è la polemica che si scatenò quando Elisabetta II visitò Aberfan solo 8 giorni dopo l'avvenimento. Un ritardo che portò i detrattori della regina a criticarla duramente e a farlo definire dalla stessa Elisabetta, secondo parole del suo segretario privato, "il suo più grande rimpianto", per aver mancato in quell'occasione ai suoi doveri di sovrana. La frana di Aberfan però ricorda anche la prima volta in cui Elisabetta pianse in pubblico. È davvero raro vedere la regina scomporsi di fronte ai suoi sudditi: il suo aplomb è noto in tutto il mondo. Invece, in quell'occasione, non riuscì a trattenere le lacrime.
I funerali di Lady Diana
Quando nel 1981 il principe Carlo d'Inghilterra, erede al trono, e Diana Spencer si sposarono con una cerimonia da favola trasmessa in mondovisione, nessuno avrebbe mai pensato che quel matrimonio così invidiato si sarebbe anni dopo trasformato in una tragedia. I due vissero anni burrascosi, Carlo si innamorò di un'altra (la sua attuale moglie, Camilla Parker Bowels), la separazione ufficiale nel 1992 e il divorzio, che arrivò nel 1996, vennero accolti con grande imbarazzo dalla famiglia reale. Inoltre, il rapporto tra Diana e la regina Elisabetta II non fu mai molto disteso. Solo un anno dopo l'ufficializzazione del divorzio, nell'agosto 1997, la principessa perse la vita a soli 36 anni in un tragico incidente nella città di Parigi. La macchina su cui viaggiavano lei, il fidanzato, l'imprenditore Dodi Al-Fayed, e il loro autista, Henri Paul, andrò a schiantarsi contro uno dei pilastri del Pont de l'Alma. Nonostante Diana avesse perso lo status di "altezza reale" e si fosse allontanata dalla Royal family, la regina Elisabetta diede l'assenso affinché venissero celebrati per "la principessa triste" (così molti ricordano Diana) funerali pubblici in diretta televisiva. Duemila persone parteciparono in presenza all'abbazia di Westminster, due miliardi e mezzo di persone seguirono l'evento in tv. In quest'occasione la sovrana infranse diversi protocolli reali. Il primo fu quello di mettere lo stendardo reale inglese sulla bara della defunta principessa del Galles. Elisabetta poi fece un gesto che ruppe ogni schema: si inchinò al passaggio della bara. Secondo il cerimoniale, infatti, la regina non deve piegare il capo di fronte a persone che siano di rango inferiore. Alcuni videro l'ennesimo tentativo della sovrana di salvare le apparenze, altri invece lo interpretarono come un segno di riconciliazione tra la monarca e la nuora con cui aveva avuto un rapporto tanto conflittuale.
Lo scandalo del principe Andrea
Nel 2019 la Famiglia reale britannica è stata investita dallo scandalo che ha coinvolto per diversi anni il secondogenito di Elisabetta II, Andrea, ottavo in linea di successione. All'epoca infatti al duca di York sono state rivolte pesanti accuse da Virginia Roberts Giuffré, una delle ragazze coinvolte nel traffico, sfruttamento e abuso di minori messo in piedi dall'imprenditore statunitense Jeffrey Epstein, suicidatosi in carcere, e dalla compagna Ghislaine Maxwell. Poco tempo dopo la morte di Epstein, Giuffré ha denunciato pubblicamente di essere stata costretta dall'imprenditore, quando era ancora minorenne, ad avere rapporti sessuali con il principe Andrea che aveva con Epstein un rapporto di amicizia abbastanza stretto. Le violenze si sarebbero consumate nella casa di Maxwell a Londra e nelle residenze di New York e delle Isole Vergini di proprietà di Epstein. Il principe ha sempre negato il suo coinvolgimento nella vicenda e, anche su consiglio dei suoi familiari, Andrea ha di recente risarcito Giuffré con una cospicua somma (i media britannici parlano di 12 milioni di sterline) per ottenere l'archiviazione della causa ed evitare il processo. Tuttavia, Andrea, per ordine della regina e dell'intera famiglia reale, si è visto revocare tutti i gradi e gli onori militari di cui era stato insignito, gli incarichi di rappresentanza ed è stato anche privato del diritto di essere chiamato "Altezza reale".
La morte del principe consorte Filippo
Il 9 aprile 2021 Elisabetta ha annunciato al mondo la morte del marito Filippo, duca di Edimburgo, spentosi alla veneranda età di 99 anni. La regina era appena 13enne quando i due lontani cugini si conobbero e innamorarono, anche grazie all’influenza dello zio del duca, Louis Mountbatten, nipote della regina Vittoria e ultimo viceré d’India. In 73 anni di matrimonio, la storia d'amore reale (in tutti i sensi) si è trasformata in un profondo sodalizio di reciproco sostegno. Elisabetta e Filippo hanno affrontato insieme non solo i momenti difficili per la Corona, ma anche i tempi sereni.
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