Venerdì 22 Novembre 2024

L'orefice della guerra realizza gli anelli con le schegge che hanno ferito i militari

Anton Boyko, l’orefice dei soldati ucraini
I gioielli di Anton Boyko
I gioielli di Anton Boyko
I gioielli di Anton Boyko

Fin da quando nella capitale sono piovuti i primi razzi, Anton Boyko - che aveva tentato invano di arruolarsi - in qualche modo lavora in prima linea. Da solo con la sua lente, chiuso nel laboratorio, è diventato l’artista dei cimeli di questa guerra: ciondoli, medaglioni, anelli fatti con le schegge che hanno ferito i militari sotto le bombe o persino una piastrina realizzata per un kamikaze. Le più gettonate sono però le fedi ai «guerrieri» che vogliono sposarsi e altre cose preziose per gli sfollati che hanno perso la casa. Il trentottenne di Kiev è diventato il gioielliere dei soldati ucraini da un giorno all’altro, quando in attesa alle lunghe file dell’anagrafe provava ad entrare nell’esercito come volontario, mentre gli ordini dei clienti cominciavano a diventare sempre più pressanti. Poi è arrivata la richiesta di un militare che chiedeva una fede nuziale per sposarsi: avrebbe fatto una dichiarazione ufficiale alla fidanzata prima di andare al fronte. «Da lì ho capito che con il mio lavoro potevo rendermi utile», spiega Anton. Lui, che è un autodidatta e ha imparato l’arte del fondere i metalli preziosi fin da piccolo, aveva pubblicato un mese e mezzo fa un post sui social offrendosi di realizzare gioielli gratis. «Sento dire da più parti che negli ultimi giorni sono nati molti bambini e che tante coppie hanno deciso di sposarsi. Per questo ho deciso che continuerò a lavorare finché resterò un civile e fino a quando il mio laboratorio non sarà bombardato. Realizzerò tutto a mano, mi è rimasto un po’ d’argento, alcune gemme e il titanio - si legge nel post dello scorso 7 marzo ancora pubblicato nella sua bacheca - sono riuscito a comprare diversi materiali proprio dodici ore prima dell’inizio dei bombardamenti. Per il nostro popolo tutto sarà assolutamente gratuito: niente soldi per la manodopera, niente materiali, niente pagamenti o sms nascosti. La priorità la darò ai militari, per i quali sarò onorato di fornire il mio contributo. Farò simboli di fede, solo qualcosa di bello che possa ridare speranza a una persona. Mi rendo conto che oggi il mio non è il lavoro più importante, ma forse qualcuno ne ha bisogno. È tempo che la bellezza inizi a rappresentare ciò per cui è stata creata». Da quel giorno l’80% degli ordini che arrivano ad Anton riguarda fedi nuziali di qualsiasi metallo, dall’argento al titanio, che lui rende gratuitamente ma che valgono dalle tremila grivnia (circa 90 euro) in su, a seconda dei materiali. Molte persone cercano di ripagarlo in tanti altri modi, ma lui - dice - non accetta. I veri ricavi, si spera, forse arriveranno dall’estero e il gioielliere dei soldati in quel caso sarebbe anche pronto a donare contributi per sostenere l'esercito. Nel frattempo continua a creare cose impensabili, che fa arrivare soprattutto a chi è al fronte: «Un militare mi ha chiesto di realizzare un anello con i frammenti di un oggetto che lo ha ferito sul campo mentre un altro ha ordinato un medaglione su cui incidere i suoi dati. Era un kamikaze, uno che aveva deciso di farsi esplodere. In un modo o nell’altro in guerra tutti rischiano la vita, ma stavolta dedicare qualcosa a chi fa un gesto del genere mi ha scosso». Una medaglia forgiata per un suicidio annunciato.

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