Giovedì 19 Dicembre 2024

Evacuato il lanciamissili russo «Mosca»: è andato a fuoco mentre era nelle acque di Odessa

L’incrociatore russo Moskva
Volontari di addestrano a Odessa
Monumento protetto a Odessa
I soldati russi a Mariupol distribuiscono il cibo
I soldati russi a Mariupol

Il cinquantesimo giorno di guerra in Ucraina si apre con le notizie che arrivano dal Mar Nero sulle sorti dell’incrociatore lanciamissili russo «Mosca» il cui equipaggio - secondo alcune fonti più di 500 marinai - è stato evacuato. Kiev afferma di averlo colpito ieri con due missili Neptune mentre si trovava al al largo di Odessa. Secondo Mosca, la grande nave da guerra è stata invece seriamente danneggiata per l’esplosione delle munizioni che trasportava, in seguito a un incendio sviluppatosi a bordo. Il ministero della Difesa russo non ha reso note le cause dell’incendio, ma ieri il governatore di Odessa, colonnello Maksym Marchenko, aveva confermato attraverso il suo canale ufficiale Telegram che la nave era stata colpita dai missili ucraini ed era in fiamme al largo della città. Sempre secondo Marchenko, quando è stata colpita, la nave si trovava nelle acque territoriali ucraine davanti all’Isola dei Serpenti. La perdita dell’incrociatore rappresenta un duro colpo per i militari russi. Le agenzie di stampa russe riportano che aveva a bordo 16 missili da crociera antinave Vulkan che hanno una gittata di almeno 700 chilometri. Stamani le autorità di Odessa hanno riferito di aver avuto conferme sul fatto che l’unità navale sia stata colpita, ed ora si teme che i militari russi preparino una risposta sulla città. E infatti due esplosioni sono state udite non lontano dal porto poco dopo le 10 locali (le 9 in Italia). «A causa delle esplosioni appena sentite in città, vi chiediamo di mantenere la calma e rimanere al riparo. Al momento non c'è pericolo per la popolazione civile», afferma il servizio stampa del comando operativo meridionale. In un aggiornamento a 50 giorni dall’invasione, intanto, Kiev afferma che le forze russe continuano a lanciare attacchi missilistici e bombe sulle infrastrutture militari e civili nelle regioni di Kharkiv, Donetsk e Zaporizhzhia, come riporta la Bbc. A Slobozhansky, nel nord-est del paese, le forze russe stanno conducendo la ricognizione di probabili luoghi di attacco. E continuano a bloccare parzialmente la città e la regione di Kharkiv. Qui il governatore del distretto riferisce che nelle ultime 24 ore l’esercito russo ha continuato ad attaccare i quartieri residenziali, provocando quattro vittime e 10 feriti. Per questo ha esortato i residenti di Lozova e Barvinkove a evacuare perché le ostilità potrebbero aumentare. A Donetsk, nell’est, le forze russe proseguono con gli attacchi nei distretti di Slavyansk, Popasna e Kurakhovo. Sul fronte della battaglia di Mariupol, il consigliere del capo dell’Ufficio del presidente ucraino, Oleksiy Arestovych, ha annunciato che marine della 36.ma brigata sono stati fatti prigionieri dai russi, «ma non si tratta di mille soldati ucraini, molti meno», ha detto riferendosi all’annuncio di Mosca secondo cui più di mille ucraini si erano arresi. Dopo il tentativo di sfondare il fronte per raggiungere il reggimento Azov, alcuni marine ucraini sono finiti sotto tiri d’artiglieria e ci sono state perdite e prigionieri. Sul fronte diplomatico, continua la guerra di parole fra gli Stati Uniti e la Russia. «Bucha, Mariuopol, Kramatorsk sono tutti esempi di violazioni dei diritti umani da parte della Russia in Ucraina», ha detto la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, a proposito dell’accusa di Joe Biden che Putin stia compiendo un genocidio. «Il presidente - ha aggiunto - parlava basandosi su ciò che ha visto, sulle atrocità compiute da Mosca». L’irritazione del Cremlino era già arrivata ieri, mentre Pechino invitava a evitare nuove tensioni, e Parigi spingeva perché si eviti una «escalation di parole». A Kiev arrivano intanto dagli Stati Uniti nuovi aiuti militari per 800 milioni di dollari. Nella lista del Pentagono ci sono, fra l’altro, 18 obici da 155 mm, 40 mila proiettili di artiglieria, sistemi radar di sorveglianza aerea, mine antiuomo. Per gli spostamenti sul campo delle truppe 100 veicoli corazzati Humvee, 200 mezzi M113 e 11 elicotteri MI-17. Previsti anche altri Switchblade, i cosiddetti droni kamikaze, missili Javelin, attrezzature mediche, giubbotti antiproiettile e protezioni contro le armi chimiche.

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