È ancora scontro, su tutti i fronti, in Ucraina. Sia sul campo, con i bombardamenti che non si fermano e con il continuo scambio di accuse che si rimpalla tra Kiev e Mosca, sia sul fronte diplomatico, con il ministro degli Esteri ucraino Kuleba che chiede all’Europa un nuovo pacchetto di sanzioni contro Mosca. Il presidente russo Putin sente il cancelliere tedesco Scholz e in una telefonata, che secondo il Cremlino «può difficilmente definirsi amichevole», gli dice che «Mosca è pronta a continuare a cercare soluzioni nel colloqui con l’Ucraina, ma che Kiev temporeggia e avanza proposte sempre più irrealistiche alle negoziazioni». Anche il governo polacco starebbe mettendo a punto «una missione per il mantenimento della pace in Ucraina» e vorrebbe presentarla a breve «al vertice della Nato e al Consiglio europeo», dichiara il portavoce del governo Piotr Mueller. E mentre l’Onu lancia l’allarme sui rifugiati che ormai avrebbero superato quota 3 milioni, fioccano le sanzioni contro la Russia che di certo non contribuiscono a rasserenare il clima. Il Parlamento europeo chiude le porte ai diplomatici e funzionari di Russia e Bielorussia. Per loro, twitta la presidente del Pe Roberta Metsola, «non c'è più posto nella casa della democrazia». Il ministro degli Esteri ucraino parla con l'Alto rappresentante Ue Josep Borrell per discutere del nuovo pacchetto di sanzioni (il quinto) da parte dell’Ue, come riferisce sempre su Twitter lo stesso Kuleba. S&P taglia il rating di Mosca. I russi restano esclusi dagli spareggi di qualificazione ai Mondiali 2022 di fine marzo. Gli hacker avrebbero interrotto la partita di pallavolo della Champions League sulla tv russa con immagini sulla guerra. Intanto, a Roma, si riuniscono i primi ministri di Italia, Spagna, Grecia e Portogallo e al termine dell’incontro a Villa Madama, il premier Draghi sottolinea come ora la «sfida più urgente per l’Europa» sia quella dell’energia, assicurando che il governo italiano «è pronto a intervenire con misure in difesa di famiglie e imprese» e che c'è «piena convergenza» verso «una difesa europea» che «renderà più forte la Nato». Preoccupato si dice il Commissario all’Economia Paolo Gentiloni che, in un’audizione in Parlamento, non nasconde che dalla crisi ucraina e dalle sanzioni decise dall’Ue, «l'impatto sull'economia europea è rilevante» anche se per ora «difficilmente quantificabile». Assicura che «la Commissione Ue pubblicherà la prossima settimana il nuovo schema temporaneo di deroga agli aiuti di Stato che, come per la pandemia, consentirà di sostenere con la finanza pubblica e le imprese più esposte» e non esclude il possibile ricorso agli eurobond. Ma anche il Papa continua a puntare il dito contro il conflitto ucraino: «Siamo abituati a sentire notizie delle guerre lontane: Siria, Yemen. Abituati. Adesso la guerra si è avvicinata - osserva - è a casa nostra praticamente e questo ci fa pensare sulla “selvaggità” della natura umana, fino a dove siamo capaci...assassini dei nostri fratelli». «Il grido straziante d’aiuto dei nostri fratelli ucraini ci spinge» a «piangere con loro e a darci da fare per loro, a condividere l’ angoscia di un popolo ferito nella sua identità, storia e tradizione». «Ancora una volta l’umanità è minacciata da un abuso perverso del potere e di interessi di parte che condanna la gente indifesa a subire ogni forma di brutale violenza».