La repressione della polizia è brutale e non guarda in faccia nessuno. Gli agenti in assetto anti sommossa che presidiano le strade invase dai manifestanti in decine di città russe trascinano via anziani, donne, ragazzi. Dai social rimbalzano le immagini di una protesta coraggiosa contro l’invasione dell’Ucraina che non si ferma e che è comunque minoranza, ma che testimonia di un disagio che nemmeno la paura del carcere riesce a fermare. Dal 24 febbraio, primo giorno di guerra, 5.794 persone sono state arrestate per avere partecipato a manifestazioni di protesta contro la guerra in Ucraina. Lo riferisce il sito Ovd-Info, che si occupa di diritti umani. Solo ieri, alle 21 ora italiana, scrive il sito, citato dalla Cnn, 2.650 persone erano state arrestate per aver protestato in 51 città, fino alla Siberia, e 1.225 nella sola Mosca. «No alla guerra» gridava la gente che per il quarto giorno consecutivo ha protestato invadendo da una parte e dall’altra la Newsky prospekt, centralissima strada di San Pietroburgo, teatro anche oggi di una protesta pacifica sgomberata con violenza dalla polizia. Anche in Bielorussia la gente è scesa in piazza contro la guerra e contro il coinvolgimento del regime del presidente Alexandr Lukashenko. E a far rimbalzare la protesta su Twitter, con un video, ci ha pensato la leader dell’opposizione Sviatlana Tsikhanouskaya. Ma sulla scena della protesta si affacciano cautamente anche nomi di insospettabili. «Serve la pace, i colloqui tra Russia e Ucraina devono iniziare il prima possibile!», ha scritto sul suo canale Telegram l’oligarca Oleg Deripaska, molto vicino al presidente russo Vladimir Putin. E dopo la denuncia della guerra da parte di celebrità russe come il seguitissimo anchor Maksim Galkin, la rockstar Zemfira Ramazanova, il cantante Valery Meladze, anche il rapper Oxxcymiron, già in passato critico di Putin, ha cancellato indefinitamente sei concerti già sold out a Mosca e a San Pietroburgo. «Non posso intrattenervi quando i missili russi stanno cadendo sull'Ucraina», ha dichiarato. Con un post sul suo account Instagram, si è dissociato pubblicamente anche l’attore Danila Kozlovsky, - tra i protagonisti di Vampire Academy e della serie Vikings - che definisce la guerra «una catastrofe». Ma non c'è solo la denuncia della guerra. C'è anche la paura. E iniziano a vedersi a Mosca, a San Pietroburgo, a Khimki, le immagini iconiche che da sempre accompagnano le crisi: le file davanti ai bancomat per prelevare contanti. La Banca Centrale russa ha rassicurato i cittadini spiegando che «tutti i fondi» dei clienti «sono al sicuro e disponibili in qualsiasi momento». Ma l’impatto psicologico delle notizie sulla decisione dei leader europei e degli Usa di escludere diverse banche russe dal sistema internazionale di trasferimento fondi Swift, è forte, e alimenta tra la gente i timori per la tenuta del sistema bancario.