È il ministro della Difesa Oleksii Reznikov, un fedelissimo del presidente Zelensky, a guidare la delegazione ucraina ai negoziati in Bielorussia nella regione di Gomel. Alla testa della controparte russa, Vladimir Medinsky, consigliere di Putin, ex ministro della Cultura (2012-2020), molto noto per il suo estremo nazionalismo. Questi gli altri partecipanti alla delicatissima riunione: dal lato ucraino del tavolo Davyd Arakhamia, leader del partito di Zelensky, il vice ministro degli Esteri, Mykola Tochytskyi, già ambasciatore ucraino presso la Ue e poi in Gran Bretagna; Mikhailo Podoliak, consigliere del presidente e in questi giorni drammatici suo instancabile portavoce con i media, Rustem Umerov, uno dei tre deputati eletti a Kiev, Andryi Kostin, vice capo del gruppo di contatto trilaterale (tra Russia, Ucraina e l'Osce ) per un cessate il fuoco nel Donbass. Per quanto riguarda la delegazione russa, accanto a Medinsky ci sono Alexander Fomin, il generale viceministro della Difesa, Andrei Rudenko, vice ministro degli Esteri dal 2019, dopo tre anni alla direzione del dipartimento che cura i rapporti con le ex repubbliche sovietiche, soprattutto Ucraina, Bielorussia e Moldavia. Nelle foto dell’incontro non compare Roman Abramovich, proprietario del Chelsea e fra i più ricchi oligarchi russi, che, secondo il Jerusalem Post, su richiesta di Kiev sarebbe in Bielorussa per partecipare ai negoziati. Il suo portavoce da Londra si è limitato a confermare il suo impegno negoziale senza fornire dettagli specifici. «Anche se l’influenza di Roman Abramovich è limitata - ha aggiunto - si è reso disponibile a fare un tentativo».