Sabato 16 Novembre 2024

Kiev resiste per la terza notte: respinti gli attacchi russi. Zelensky dice no agli Usa: «Restiamo qui»

Un frame del video diffuso da Zelensky fra la gente
A KIev c’è chi prova a portare via i detriti
A Kiec c’è anche chi scatta fotografie
Soldati ucraini fra le macerie
Il rifugio nella scuola del quartiere di Darnytsa
Il discorso di Zelensky alla tv
Strade vuote nella capitale
Piazza Indipendenza
I volontari pronti a combattere
La consegna delle armi
Kiev offre una strenua resistenza
Una giovane coppia pronta a difendere l’UIcraina

La terza notte di guerra in Ucraina ha visto le forze di Kiev resistere strenuamente agli attacchi russi giunti fin dentro le mura della capitale, con il presidente Zelensky personalmente alla guida della resistenza che ha respinto l’ipotesi di una fuga negli Stati Uniti chiedendo invece munizioni per respingere il nemico. All’Onu, intanto, la Russia ha posto il veto sulla bozza di risoluzione che chiedeva il ritiro delle truppe: 11 i voti a favore e tre astensioni, tra le quali quella della Cina, che ha attivato il piano di evacuazione dei suoi connazionali ed esortato al dialogo tra Mosca e Kiev.  E mentre si fa strada l’ipotesi di una esclusione della Russia dal sistema Swift, S&P taglia i rating di entrambi i contendenti. Oltre 100 mila gli ucraini in fuga dalla guerra, in migliaia espatriati verso Polonia, Ungheria, Slovacchia, Moldavia e Romania. Decine di esplosioni, raid aerei e colpi di mitragliatrici hanno seminato il panico anche la notte scorsa nella capitale ucraina e in altre località, mentre Interfax ha riferito di attacchi ucraini nel Donbass con vittime civili, denunciati anche dall’inviato russo all’Onu che ha accusato Kiev di usare i residenti come scudi umani. Di fatto le forze di Mosca sono apparse sotto tiro nelle ultime ore, nonostante le posizioni guadagnate nei giorni precedenti e l’accerchiamento di importanti roccaforti, l’invio di una squadra speciale cecena e l'intervento di sabotatori in divisa ucraina. «Stiamo fermando l’orda», annuncia all’alba il segretario del Consiglio di sicurezza ucraino Oleksiy Danilov, assicurando che la situazione a Kiev è «sotto il controllo delle forze armate ucraine». Il presidente Zelensky, che ieri sera aveva annunciato gli attacchi russi affermando che nella notte si sarebbe «deciso il destino dell’Ucraina», si è mostrato alla tv di Stato personalmente alla guida della resistenza. E ha respinto una offerta di aiuto da parte degli Stati Uniti per lasciare la città, dove è braccato dai sabotatori russi. «La battaglia è qui, non voglio un passaggio», ha detto, chiedendo «munizioni». Nella notte il presidente ucraino ha anche fatto sapere di avere parlato al telefono con il presidente francese Emmanuel Macron, che avrebbe assicurato il suo appoggio a sanzioni più aspre contro la Russia e Putin, tra cui l'esclusione dal sistema Swift. Le forze russe hanno tentato nella notte, secondo quanto riferito dai media ucraini, di entrare a Kiev in ogni modo, anche con aerei e droni. Scontri sono stati segnalati lungo una delle principali arterie della capitale, nel quartiere di Shulyavka, vicino allo Zoo di Kiev e vicino alla stazione della metropolitana Beresteiska, non lontana da una struttura militare ucraina. Alla fine le forze armate ucraine hanno dichiarato di aver respinto gli attacchi. Diversi aerei russi, carichi di paracadutisti pronti a lanciarsi sulla capitale ucraina, sono stati abbattuti e la difesa aerea di Kiev ha fatto sapere di avere avuto la meglio anche nel secondo tentativo di attacco russo a una importante centrale elettrica, al porto di Mykolaiv e alla base navale di Ochakov, vicino al Mar Nero. Non ci sono nuovi bilanci di vittime, ma testimoni diretti raccontano di bambini terrorizzati dai raid e dalle sirene, come quelli di un orfanotrofio di Leopoli gestito dai salesiani. Una donna ha partorito ieri sera nella metro di Kiev diventato rifugio antiaereo.

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