Almeno 27 morti, migliaia di evacuati, centinaia di villaggi in blackout e gravi danni a ponti e infrastrutture. È un bilancio tragico, quello che emerge dalle inondazioni che hanno colpito il nord della Turchia. Venticinque persone hanno perso la vita nella provincia di Kastamonu. due in quella di Sinop. Un Paese già fortemente provato da due settimane di incendi ininterrotti, oggi finalmente controllati ma che hanno lasciato una scia dolorosa di almeno 9 vittime accertate, oltre a migliaia di capi di bestiame uccisi dalle fiamme. E mentre rientra l’emergenza incendi in Grecia, dove sono stati domati i violenti roghi che hanno colpito il Paese per due settimane, sale l’allarme in Spagna, dove si prevedono temperature roventi in quasi tutto il Paese e diverse zone sono in allerta per l'elevato rischio di incendi. Le alluvioni in Turchia hanno colpito la regione del Mar Nero, nel nord, dove una persona risulta ancora dispersa (nella provincia di Bartin), mentre è in corso una vasta operazione di ricerca e soccorso. Finora sono state evacuate oltre 1.400 persone ed altre 740 circa si sono rifugiate in alloggi destinati agli studenti. I soccorritori sono stati costretti a evacuare anche un ospedale con 45 pazienti (quattro dei quali in terapia intensiva) nella provincia di Sinop. Le forti piogge hanno provocato un blackout in circa 330 villaggi. E secondo la Protezione civile, cinque ponti sono crollati e molti altri hanno subito danni. Il presidente Recep Tayyip Erdogan ha visitato il distretto di Bozkurt nella provincia di Kastamonu, dove per le alluvioni è anche crollato un condominio di otto piani. «Lo Stato è al vostro fianco», ha detto il leader, prima di partecipare ai funerali delle vittime. I servizi di emergenza locali hanno riferito che il livello dell’acqua è salito fino a quattro metri prima di abbassarsi e allagare un’area di circa 250 chilometri. Il ministro dell’Agricoltura e delle Foreste, Bekir Pakdemirli, ha ricordato come nel Paese non si registrasse un evento di tale portata da «50 o 100 anni». Le immagini in televisione e sui social media hanno mostrato gli abitanti dei villaggi salire sui tetti delle loro abitazioni per essere poi recuperati da elicotteri. Oltre 895 soccorritori sono impegnati a Bartin, 2.333 a Kastamonu e 1.532 a Sinop. Le autorità hanno stanziato un fondo di 20 milioni di lire turche (2,4 milioni di dollari) per la regione colpita. Intanto, Ankara ha confermato che dopo 14 giorni di roghi ininterrotti, tutti gli incendi che hanno devastato numerose regioni turche sono stati domati. Il ministro Pakdemirli ha spiegato che per lo spegnimento dei 270 roghi stimati, che hanno interessato principalmente le zone mediterranee e sudoccidentali, sono stati impegnati oltre 70 tra aerei ed elicotteri locali e 26 canadair inviati da altri Paesi. E anche i drammatici roghi che hanno sconvolto per due settimane la Grecia, mettendo in ginocchio l’isola di Evia e altre zone del Paese, sono finalmente sotto controllo. «A partire da ieri, non c'è un grande fronte attivo, solo tasche sparse», hanno detto i vigili del fuoco. I roghi hanno causato il peggior disastro ecologico della Grecia degli ultimi decenni, devastando oltre 100.000 ettari di foreste e terreni agricoli, ma Atene assicura che nonostante gli incendi e la pandemia, l’economia crescerà quest’anno. E mentre si sgonfia l’emergenza incendi in Grecia, cresce la preoccupazione in Spagna, dove quasi tutto il Paese è in allerta per le alte temperature. Così come altre zone del Mediterraneo, il Paese vive infatti un’intensa ondata di caldo che dovrebbe prolungarsi anche nel weekend. Previste temperature particolarmente alte nella zona centrale, orientale e meridionale della Penisola Iberica e alle Baleari, con un possibile picco di 46 gradi in Andalusia. Con queste temperature, diverse zone del Paese sono in allerta anche per l’elevato rischio di incendi.