La Nuova Zelanda stavolta non è stata solo, come sempre, tra le prime nazioni a celebrare il nuovo anno ma anche una delle poche a concedersi i festeggiamenti che in gran parte del mondo sono stati cancellati a causa della pandemia. Il governo di Jacinda Ardern è riuscito a dichiarare presto vittoria sul coronavirus e i fuochi d’artificio hanno illuminato i cieli di Wellington e Auckland.
Anche nella vicina Australia i celebri spettacoli pirotecnici del porto di Sydney si sono tenuti. La differenza è che nessuno potrà assistervi se non dalle proprie abitazioni. «Non vogliamo creare nessun evento super diffusore a capodanno», ha detto la premier del South Wales, Gladys Berejiklian.
Le tradizionali luci di capodanno non ravviveranno invece la notte di Pechino e nel resto della Cina le celebrazioni saranno improntate a un profilo bassissimo. Il Giappone ha invece cancellato il consueto saluto dei membri della famiglia imperiale ai cittadini. L’India ha imposto coprifuoco nelle maggiori città per evitare assembramenti notturni.
Le restrizioni più rigide sono state imposte però in un’Europa che, ancora nel pieno della seconda ondata, paventa già la terza. Via libera invece in Thailandia, mentre in Corea si festeggia in famiglia.
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