Martedì 24 Dicembre 2024

Terremoto in Albania, crolli e macerie: le foto da Thumana e Durazzo

Una forte scossa di terremoto di magnitudo 6.5 ha colpito alle 2:54 ora locale (le 3:54 in Italia) la costa settentrionale dell’Albania nei pressi di Durazzo
Cresce il bilancio delle vittime
Secondo le ultime stime il numero dei morti è salito a 18
12 persone hanno perso la vita a Durazzo, 5 nel villaggio di Thumana ad una ventina di chilometri da Tirana e una a Kurbin 50 chilometri a nord della capitale
La scossa, con epicentro tra Shijak e Durazzo, è stata sentita fino alla capitale Tirana
Proseguono intanto le operazioni di soccorso sia a Durazzo sia a Thumana
Uno dei luoghi più devastati è Thumana
I soccorritori stanno scavando tra le macerie
Si pensa che sotto le macerie ci possano essere almeno tre persone ancora intrappolate
L’area è stata isolata dalla polizia, mentre alcune ruspe rimuovono i detriti più grandi sull’altro lato della palazzina
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Macerie e distruzione a Thumana e Durazzo dopo la violenta scossa di terremoto di questa notte. Squadre di soccorritori e volontari stanno ancora scavando sotto le macerie di una palazzina a Thumana, uno dei luoghi più devastati dal terremoto che ha colpito l’Albania, ad una ventina di chilometri dalla capitale Tirana. Si pensa che sotto le macerie ci possano essere almeno tre persone ancora intrappolate. L’area è stata isolata dalla polizia, mentre alcune ruspe rimuovono i detriti più grandi sull'altro lato della palazzina una ventina di soccorritori cerca di individuare i dispersi. Il premier albanese Edi Rama si è recato nella cittadina ad una ventina di chilometri dalla capitale Tirana, dove ha incontrato alcune delle famiglie di sfollati ospitate in tende di fortuna allestite in un campetto di calcio. Rama, visibilmente scosso, ha rivolto alle persone sfollate parole di conforto e poi è ripartito senza fare dichiarazioni alla stampa. Devastazione anche a Durazzo. «E' successo il finimondo. Gli intonaci venivano giù uno dopo l’altro, si vedevano i mattoni spuntare fuori dai muri, tremava ogni cosa. Mi sono sentito dentro un film apocalittico». Antonio Imperiale racconta tutto d’un fiato l’incubo di Durazzo, la città dove vive da 7 anni e che è stata devastata dal terremoto di magnitudo 6.5 che ha colpito l’Albania nel cuore della notte. Ora Antonio è al sicuro a Gose kavaje, una cittadina a 30 chilometri da Durazzo, dove ha sede l’azienda tessile che produce calze sportive di cui è il responsabile; ma il ricordo del sisma è ancora vivo. «C'è stata una prima scossa verso le 22, ma è stata lieve - racconta -. Poi, verso le 3, ne è arrivata un’altra molto più forte. Con mia moglie ci siamo svegliati subito e abbiamo ripensato al terremoto di settembre. Allora eravamo scappati di casa di corsa, ma stavolta abbiamo deciso di rimanere». Antonio vive in un palazzo del centro della città che ha solo due anni, in un appartamento al sesto piano: e forse per questo ha deciso di non abbandonare la sua casa. «Però non sono riuscito a riaddormentarmi, ero teso e spaventato per i miei figli. E poi è arrivata quella scossa mostruosa». Antonio si ferma un attimo, cerca di rimettere in fila le immagini della notte. «C'è stato il caos totale, cadeva tutto e non finiva mai di tremare. Mi sono alzato di corsa mentre tutto ballava, sembrava un film apocalittico, e sono corso dai miei figli che urlavano per la paura». Antonio ha preso Emma e Davide, 9 anni lei e 8 anni lui, e con la moglie Concetta è fuggito in pigiama. «Abbiamo fatto in tempo a prendere solo i soldi e i documenti, nient'altro». Ma una volta in strada ha capito che la situazione era molto peggio di quel che pensava. «Per strada era pieno di gente che scappava da tutte le parti, persone impaurite che non sapevano dove andare. E’ un disastro in tutta la città, ci sono interi palazzi crollati, altri danneggiati pesantemente. Durazzo è devastata, sono crollate anche le mura antiche dove c'è il castello». Ma quante vittime ci sono? «Non ne ho idea, ho visto tante persone ferite che venivano portate via, ma secondo me c'è tanta gente ancora sotto le macerie», racconta ancora Antonio che però ora ha solo un pensiero in testa. «Devo rientrare assolutamente in casa mia, ho lasciato lì tutta la mia vita e questo è un paese povero, il rischio di atti di sciacallaggio è enorme. Lo so che è rischioso ma non posso non provarci». E c'è un altro enorme problema, sottolinea l’italiano: "Quando siamo scappati per le strade c'erano pochissimi soccorritori, l’Albania non è attrezzata per fronteggiare una cosa del genere, non ha i mezzi di fronte ad un disastro simile. C'è bisogno dell’aiuto degli altri paesi». L’Italia ha già inviato 200 tra vigili del fuoco ed esperti della Protezione Civile e anche dagli altri paesi stanno arrivando. «Qui è il disastro - ripete Antonio - non ce la facciamo da soli»  

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