Violenza senza precedenti, donne sfollate, bimbi ammalati e povertà dilagante. È questo lo scenario tragico in Congo, dal quale la fuga è sempre più obbligata: o verso l'Europa, con le difficoltà che sono ormai note, o verso i paesi africani vicini.
A documentare la situazione nel quale vivono i congolesi è il professor Francesco Barone, che ha all'attivo 51 missioni umanitarie non solo in Congo ma anche in Ruanda, Burundi e Senegal. Barone è originario di Bussi sul Tirino ed è docente presso il Dipartimento di Scienze Umane dell'Università di L'Aquila. In occasione dell'ultimo viaggio nella Repubblica Democratica Del Congo ha incontrato Denis Mukwege, premio Nobel per la pace 2018.
"Ho incontrato il premio Nobel nell'ultima missione conclusa pochi giorni fa - dice Barone - lo stesso Mukwege mi ha incaricato di diffondere un documento che espone la drammatica situazione nella quale si trovano i cittadini del Congo".
"La situazione in Congo è catastrofica. È in atto una spirale di violenza senza precedenti. Chiudere gli occhi davanti a questo dramma significa esserne complici". Questo il drammatico appello lanciato alla Comunità internazionale dal premio Nobel per la Pace 2018, Denis Mukwege. Nel documento del 4 gennaio scorso, il premio Nobel parla di centinaia di migliaia di donne stuprate, oltre 4 milioni di sfollati e 6 milioni di morti. Mukwege ha curato più di 50 mila donne nell'ospedale che ha fondato nel 1998.
Intanto a Siracusa 47 naufraghi a bordo della Sea Watch 3 aspettano di conoscere la loro sorte: "In quelle navi ci sono persone. Vite umane. Nessun uomo ha diritto di restare indifferente - commenta Barone -.Non è più il momento di rimpallarsi le responsabilità e restare indifferenti di fronte a questo dramma di portata mondiale. Bisogna fare tutto il possibile per salvare le persone e farlo presto".
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