Lunedì 23 Dicembre 2024

Ecco chi è il killer Omar, il profilo del lupo solitario afghano fedele all'Isis - Foto

Omar Seddique Mateen in alcune foto postate sul suo profilo Twitter da Rita Katz, direttrice del Site, il sito di monitoraggio delle attività jihadiste in rete
 
 
 
 
La polizia davanti la casa di Omar Saddiqui Mateen, a Port St. Lucie
 
 
 
 

ORLANDO. Gli investigatori non hanno ancora stabilito ufficialmente se la sparatoria al gay club di Orlando, la peggiore nella storia Usa, abbia una matrice terroristica interna o internazionale o di odio anti-gay, ma dai primi indizi raccolti si rafforza l'ipotesi di un 'lupo solitario' simpatizzante dell'Isis e di tendenze omofobe. Il killer, Omar Saddiqui Mateen, 29 anni, di Port St.Lucie, Florida, guardia in un penitenziario minorile, era un americano di prima generazione nato a New York, figlio di genitori afghani emigrati in Usa - con il padre simpatizzante dei talebani - e probabilmente mai integratosi veramente. 'Newcomer', come i due fratelli ceceni rifugiati in Usa, Tamerlan e Dzhokhar Tsarnaev, responsabili dell'attentato alla maratona di Boston nel 2013, una "vendetta per le azioni militari statunitensi in Afghanistan e in Iraq". O come Syed Rizwan Farook e Tashfeen Maliki, i coniugi di origine pakistana (ma lui era nato negli Usa) che hanno perpetrato la strage di San Bernardino in nome dell'Isis. Un filo rosso li lega a Mateen, se non altro a livello emulativo. Anche lui, secondo i media Usa, ha rivendicato la sua azione telefonando al 911 e dicendo all'operatore di voler giurare fedeltà al leader dell'Isis, Abu Bakr al-Baghdadi, dopo aver menzionato gli attentatori di Boston. E ha usato un fucile-mitragliatore d'assalto Ar-15, la stessa arma di San Bernardino, lì contro disabili, a Orlando contro i gay. Due "citazioni" che rafforzano il quadro di un "attentatore della porta accanto" che si inserisce sulla scia di un terrore nato e coltivato in America in un mix di mancata integrazione, seduzione integralista e odio per le minoranze. La cosa che sorprende, riaprendo il dibattito sulle possibili falle nella sicurezza, è che anche Mateen, come i due fratelli ceceni, era sotto i radar dell'Fbi: era una delle cento persone sospettate di essere simpatizzanti dell'Isis a Orlando. Il Daily Beast riferisce che Mateen divenne "persona di interesse" nel 2013 e poi nuovamente nel 2014. Ad un certo punto, l'Fbi aprì anche un'indagine su di lui, ma poi chiuse la pratica quando non comparve nulla che suggerisse il proseguimento delle indagini. Suo padre, Mir Seddique Mateen, ha escluso categoricamente che il movente sia la religione e ha ipotizzato che a a far scattare la rabbia del figlio sia stato un bacio tra due gay a Miami. Ma il Wp ha rivelato che l'uomo è un sostenitore della politica dei talebani afghani e che in passato ha condotto una trasmissione tv chiamata 'Durand Jirga' sul canale 'Payam-e-Afghan', in onda dalla California. In uno dei suoi video rintracciabili su YouTube, Mateen esprime sostegno ai talebani: "I nostri fratelli del Waziristan, i nostri guerrieri nel movimento e i talebani dell'Afghanistan stanno risollevandosi". L'ex moglie dell'attentatore, che ha divorziato nel 2011 dopo due anni di matrimonio, lo ha descritto come violento, mentalmente instabile, non molto religioso e apparentemente non influenzato dall'Islam radicale. All'inizio, ha raccontato, "sembrava una persona normale, molto riservata. Ma poi ha cominciato a picchiarmi".

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