Martedì 26 Novembre 2024

Rod Stewart si racconta: ecco la mia vita rock

«Per buona parte delviaggio è stato un volo dotato di tutte le comodità. Una voltaogni tanto, però, l’aereo si è imbattuto in un’oca. Ma me lasono sempre cavata e sono qui a raccontarla»: leggerezza eironia non mancano di certo a Rod Stewart che riassume così lasua vita in un’autobiografia pubblicata da Mondadori. Rodspiazza il lettore fin dalla prima pagina: «Senza ombra didubbio sono stato un errore. Una palese svista del repartopianificazione familiare», esordisce.La musica lo rapisce dopo diversi lavori, dal becchino algiocatore di calcio professionista. Figlio di un idraulicoscozzese, Rod si chiede subito come mai Bob ed Elise Stewart, 42e 39 anni, già genitori di quattro bimbi da sfamare, abbianodeciso di «sfornare un altro figlio», oltretutto nel bel mezzodella Seconda Guerra Mondiale. Eppure il suo arrivo vieneaccolto con grande entusiasmo, nonostante avvenga in una Londrasotto le bombe.Stewart ricorda quando da piccolo chiese dieci sterline alfratello per comprarsi una chitarra acustica, una Zenith. Ma siprocura un’armonica a bocca e un supporto da attaccarsi al colloper «fare Dylan in tutto e per tutto». Siamo nel 1962 e ilgiovane Rod si fa crescere i capelli, all’epoca un vero eproprio atto di ribellione.
Smette anche di lavarsi, perchè «lapuzza era una parte importante dell’essere un beatnik, non eriun vero beatnik se non lasciavi la scia». Un po’ più avantidiventerà un “mod“, «passando dall’essere l’uomo più puzzolentemai comparso nel mondo civilizzato a quello che era quasiimpossibile tirare fuori dal bagno. Fu lì che iniziò la storiadei capelli», scrive. «Ho una cosa in comune con la regina: entrambi abbiamoportato più o meno la stessa acconciatura per gli ultimi 45anni», sottolinea l’ironico Rod, che alla capigliatura dedicaun intero (e spassoso) capitolo. Racconta così che nella fasedello stile ’bouffant’ (ossia ’la cofanà), per far restare icapelli gonfi mescolava un cucchiaio di zucchero con un pòd’acqua e poi asciugava con il fon. Sviluppa il nuovo look intandem con Ronnie Wood: i due si tagliano i capelli a vicenda edescogitano un modo particolare di sforbiciare le ciocche perottenere il famoso effetto “sparato“. «Io e Ronnie abbiamoquesto in comune: se i nostri capelli si rifiutano di stare sunonostante i trucchetti, i prodotti e l’asciugatura a rovescio,allora sappiamo che siamo malati ed è ora di metterci a letto.Praticamente funzionano da barometro».Per la prima volta Stewart racconta la sua vita nei dettagli,dalla sua prima paternità, nei primi anni ’60 (la compagna daràla figlia in adozione), alla sua prima pasticca di anfetamina. Epoi le avventure con i Faces, la band in cui suona anche RonWood (fino al 1975, poi si unirà ai Rolling Stones). Un gruppoche compensava «la scarsa qualità musicale con un look moltoappariscente, per distrarre il pubblico». Totalmente fuoricontrollo, i Faces diventano famosi anche per la consuetudine didemolire gli alberghi che li ospitano, il che li fa entrare inuna lista nera. Ma non è un problema: iniziano a prenotare anome dei Fleetowood Mac. E «quando l’inganno fu scoperto,usammo il nome Grateful Dead», ricorda Rod.
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