NEW YORK. Le scarpe di 'Sex and the City' sbarcano in Borsa, in quella che sarà la prova finale - se fosse necessario dopo le sfilate di New York, Londra e Milano - che l'era delle 'borse' è finita e quella delle scarpe sta iniziando. Jimmy Choo conferma l'intenzione di procedere con l'initial public offering forse già in ottobre a Londra, divenendo così il primo marchio di scarpe a essere quotato. Il gruppo punta a vendere sul mercato circa il 25% della sua nuova holding, Jimmy Choo Limited, in un'offerta che la valuta 1,1 miliardi di dollari. «Jimmy Choo è una storia di successo. Ho fiducia nel nostro futuro come società quotata, che potrà solo aumentare la nostra reputazione», afferma l'amministratore delegato di Jimmy Choo, Pierre Denis, in un'intervista al New York Times. Fondata a Londra nel 1996 da Jimmy Choo e Tamara Mellon, ex Vogue, la società ha ora 170 negozi in 34 paesi e ha ampliato il proprio portafoglio prodotti anche agli accessori. Choo e Mellon hanno lasciato negli anni scorsi la società, dove resta invece Sandra Choi, la nipote di Choo, come direttore creativo. I fondi raccolti con lo sbarco in Borsa saranno usati per continuare a crescere nel rispetto del marchio. Jimmy Choo intende infatti aprire 10-15 negozi l'anno, rafforzando la propria presenza soprattutto in Asia, dove alla fine del 2013 aveva nove punti vendita. Jimmy Choo punta a espandersi soprattutto in Cina, dove di recente ha registrato una crescita a tre cifre grazie alla presenza del marchio in molti show televisivi. Secondo uno studio della società di consulenza Bain & Company, i consumatori cinesi rappresenteranno a breve un terzo degli acquisti globali di beni di lusso. E le scarpe di lusso sono uno dei segmenti a crescita più veloce, rappresentando per i consumatori un punto d'ingresso ai beni di lusso. L'altro motore di crescita di Jimmy Choo sono, nel medio termine, le vendite online. L'annuncio di Jimmy Choo si farà sentire sia su Wall Street sia sull'industria del fashion, confermando come i marchi più piccoli ed esclusivi registrano le perfomance migliori. Jimmy Choo, nonostante il suo successo, è passata di mano più volte. Nel 2001 è stata acquistata Phoenix Equity Partners. Nel 2004 il secondo passaggio di mano, con il marchio acquistato da Lion Capital. Mellon e TowerBrook Capital Partners ne hanno assunto il controllo nel 2007, per cederlo nel 2011 a Labelux, la società di beni di lusso fondata dalla famiglia Reimann, che controlla Jab Holdings. Lo sbarco in Borsa di Jiommy Choo segue la riorganizzazione decisa da Jab in giugno, quando ha optato per portare sotto la sua diretta gestione alcuni dei sui marchi, quali Jimmy Choo e Belstaff, mostrando così un maggiore impegno verso il lusso.