Bryan Adams tocca corde emotive e sentimentali per tornare «On the road» con The Cal 2022, il Calendario che, messo in standby dal Covid l’anno scorso, torna quando Pirelli celebra i suoi 150 anni. È un omaggio ai musicisti che si sono dovuti fermare durante la pandemia, è una riflessione sulla vita che riparte, sulla strada percorsa e su quella che abbiamo davanti.
Il musicista canadese non solo scatta 70 istantanee di 10 artisti, immortalando la loro vita in tour, ma regala un omonimo inedito. «Una settimana prima dello shooting a Los Angeles, Maurizio (Abet, Senior Vice President Communication and Brand image ndr) mi ha chiesto: “Perché non dedichi una canzone a questa esperienza”? Il titolo ce l’avevamo già, “on the road”, e così è bastato un giorno per comporla», svela Bryan Adams, fermato per la seconda volta dal Covid e chiuso nella sua stanza al Principe di Savoia.
Adams ha spiegato come ha scelto il cast, con età e percorsi professionali diversi, da Cher (maggio) a Rita Ora (novembre), da Iggy Pop tutto dipinto di argento a Bohan Phoenix, il rapper di origini cinesi, e poi ancora Jennifer Hudson, Normani, Saweetie, Kali Uchis, dall’emergente Grimes (ex di Elon Musk) alla chitarrista Annie St. Vincent che con un plettro sulla lingua si candida a entrare tra le icone di The Cal.
«È da 45 anni che sono “on the road”», si racconta Bryan Adams a Victoria Cabello in un’intervista che per la prima volta nella storia del Calendario è solo virtuale. Si autoritrae nelle pagine di dicembre e degli altri colleghi racconta la vita in tournée, i lunghi viaggi e la solitudine nelle stanze d’albergo, la preparazione in camerino e il backstage. Foto spesso in bianco e nero, dettagli e metafore di vita tra due set, a Los Angeles (con cui si apre gennaio), principalmente all’hotel Chateau Marmont, e a Capri all’hotel La Scalinatella, tre giorni di lavorazione per dare una sbirciata a quello che succede sulla strada.
«Lavorare con Cher non è stato facile, volevo catturare il dietro le quinte». E così per lei Adams sceglie uno specchio gigante «dove riflettere ed essere riflessi, mi sembrava un modo poetico per descriverla». Iggy, immortalato anche sulla quarta di copertina, anche se parlano la stessa lingua dei musicisti, «non lo dirigi... devi solo stargli dietro». E poi St. Vincent (al secolo Anne Erin Clark), «l'unica chitarrista del gruppo, mi sono tenuto il plettro in tasca fino al momento buono, per l'ultimo scatto l’ho portata all’esterno. Ne è venuta fuori un’immagine iconica che spero resti negli annali», racconta Bryan Adams.
In collegamento da New York è la stessa St.Vincent a spiegare cosa succede quando si è on the road: «C'è la solitudine ma anche la parte romantica di essere “sulla strada”, c'è un momento di solitudine nelle tournée, per riflettere o forse semplicemente stare con se stessi».
«Anche noi siamo “on the road”, lo siamo da 150 anni - ricorda il ceo Marco Tronchetti Provera -. L’idea di Bryan di unire il mondo della musica con quello della strada e del viaggio ci è sembrata perfetta per un Calendario che torna mentre cerchiamo un progressivo recupero della normalità dopo lo scoppio della pandemia».
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