Mercoledì 18 Dicembre 2024

Tiziano Ferro torna con l'album "Accetto miracoli": "È il mio nuovo inizio"

Ferro è nato il 21 febbraio 1980
Nel corso della sua carriera ha cantato anche in spagnolo, inglese, francese e portoghese
La sua famiglia, proveniente dal paese di Cavarzere, in Veneto, è composta dalla madre Juliana, casalinga, dal padre Sergio, geometra, e dal fratello Flavio, di 11 anni più piccolo
Insieme ad Andrea Bocelli
All’età di cinque anni ricevette come regalo di Natale la sua prima tastiera Bontempi: è il primo incontro con la musica
Insieme al marito
Nel 2001, dopo alcuni rifiuti da parte delle etichette discografiche, i produttori Alberto Salerno e Mara Maionchi, conosciuti durante la sua seconda partecipazione all’Accademia della Canzone di Sanremo, convinsero la EMI a puntare su Ferro
Nel 2004 si è trasferito a Puebla de Zaragoza in Messico, l’anno seguente a Manchester nel Regno Unito, per poi tornare in Italia a Milano nel 2011
Da molti anni aderisce a svariate iniziative di solidarietà e di beneficenza
Nel 2012 ha pubblicato il secondo libro L’amore è una cosa semplice, che prende il titolo dall’omonimo album

La nuova vita a Los Angeles, l'amore, il matrimonio, l'incontro con Timbaland: in pochi anni è cambiato tutto per Tiziano Ferro e il suo nuovo album, 'Accetto miracoli', è lì a raccontarlo, fin dal titolo, con il suo invito a "consegnarci al nostro destino, senza forzarne l'andamento". Ed è proprio così - racconta oggi l'artista, tra autoironia e un filo di commozione - che sono andate le cose, da quel giorno del giugno 2016 quando, tre giorni prima di ripartire da Los Angeles, ha conosciuto Victor, l'uomo che poi ha sposato, al caffé preso con Timbaland, "il mio idolo da quando avevo 16 anni", da cui è uscito con una canzone e mezza e la proposta di un progetto più completo. "Dopo 18 anni di lavoro in una zona di conforto, per una persona come me, di provincia, con la stessa famiglia anche per un disco, è stato importante cambiare qualcosa a 40 anni, e lavorare con un guru come Timbaland -racconta - mi ha costretto a mettermi in gioco come un alunno,con tutto da perdere, a propormi da zero. Ha dovuto capire come canto, scrivo e quella piccola venatura di sana paura ha portato a una crisi creativamente importante". Nel mettersi in discussione, Ferro ha sentito che "con la musica si può ancora giocare a 40 anni e con 20 di carriera". Di qui "un nuovo inizio, che non so come proseguirà, ma di cui sono molto orgoglioso". Nell'album, canzoni cui è più legato come 'In mezzo a questo inverno', ispirata alle perdita della nonna Margherita "ma declinata al maschile, perché volasse per conto suo" e 'Casa a Natale" in cui canta 'sono solo ed è sempre stato così". "È il tema più complesso della mia vita, mi sono sempre sentito un outsider, fin da bambino, perché ero grasso, emarginato, non amavo il calcio e non andavo alle feste". Quel "senso di inadeguatezza enorme" non se ne è andato nemmeno con il successo ma oggi, a quasi 40 anni, "non è che diventi felice ma inizi ad accogliere ciò che accade come parte di un copione che troverà un senso". E impari "a non rispondere alle offese" come canta in 'Il destino di chi visse per amare'. "Mi piace la meditazione, prendersi un minuto prima di rispondere, è faticosissimo perché la risposta ce l'ho in almeno tre lingue ed è sempre molto buona - scherza - ma non reagire ti aggiunge valore come essere umano". Purtroppo - nota - "il bullismo non è finito a 13 anni" e viene anche da chi scrive canzoni. A chi gli chiede se si riferisca a Fedez, che lo cita in brani come 'Tutto il contrario', Ferro risponde 'uno dei dai...'., ma poi si fa serio e dice: "Mi si tira in ballo e io sono ironico, finchè si scherza va bene, mi spiace solo quando queste cose sono legate al sentimento e alla sessualità, perchè anche una battuta può mettere un adolescente a disagio, e che un idolo dei ragazzini mi prenda in giro su questo è un atto di bullismo molto forte, non solo verso di me". Per Ferro c'è un problema di civiltà e per questo "serve una legge contro l'odio, perchè le parole sono importanti. Bisogna imparare a dire le cose, esistono forme e tempi. Anche questo è bullismo, non ci si deve scherzare". Lui, che si definisce uno "scrittore pop molto guerriero", è convinto che "fare la guerra con il pop può cambiare gli animi". Attenzione però: "Quando ti avvicini al sociale o al politico ti manca un certo tipo di credibilità, le persone vogliono un messaggio da chi deve fare qualcosa per il Paese. Io la beneficenza la faccio volentieri, ma sarebbe ora che lo facessero le istituzioni". Vista da lontano, l'Italia "è una ruota che gira, dove si cambia idea troppo spesso per affezionarsi". L'Italia però è anche casa, famiglia, ricordi, come il poster di Jovanotti nella camera da bambino: "Era il1 987 e io avevo l'astuccio e il diario da Jovanotti e a Carnevale mi sono vestito come lui, con il chiodo rosso e il cappellino con la scritta 'Boy'". Oggi il suo idolo canta con lui in 'Balla per me': "Non è un featuring, ma un duetto ed è come se cantassimo insieme da 15 anni..d'altronde - scherza - io canto con lui dal 1987". All'album, in uscita domani, seguirà il tour Tzn2020,dal 30 maggio negli stadi italiani e da novembre in Europa per 10 date indoor.

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