«Questa seconda serie fa diventare caro agli spettatori ogni singolo personaggio e anche la città di Napoli. Sono fiero del prodotto che è venuto fuori, perché ho una grande affettività nei confronti di ogni mio personaggio». Maurizio De Giovanni benedice così la seconda stagione de I bastardi di Pizzofalcone, serie tratta dai suoi libri di successo sull'ispettore Lojacono, in onda dall’8 ottobre in prima serata su Rai1 (con un’anteprima su Rai Play della prima puntata dal primo ottobre) e presentata al Prix Italia a Capri. Alla regia arriva Alessandro D’Alatri, che prende il posto di Carlo Carlei, che ha diretto la prima stagione in onda all’inizio del 2017 con una media di 6.816 mila spettatori e del 26.18% di share. «E' il mio esordio in una serie tv e quando mi è stata proposta mi tremavano le gambe - ha raccontato -. Era un piatto così appetibile perché Napoli è una città che amo perché ha mantenuto un’autenticità nei rapporti. Avevo voglia di far trasudare la città nel racconto, farla sentire e respirare». In effetti Napoli, con le sue mille sfaccettature, è al centro del racconto, non solo il quartiere di Pizzofalcone, dove alta borghesia e popolo si mescolano in pochi metri, ma tanti suoi angoli nascosti che compaiono nelle varie puntate, sei in tutto. La storia riparte da dove è terminata: un brindisi sul terrazzo del commissariato di Pizzofalcone, ormai operativo a tutti gli effetti, che nessuno in questa nuova edizione tenterà realmente di chiudere. I Bastardi restano anime inquiete, afflitte da uno spleen che è la faccia nostalgica dell’allegria che si consuma all’ombra del Vesuvio. Lojacono (Alessandro Gassmann) vivrà la sua storia d’amore con Laura Piras (Carolina Crescentini) fra mille dubbi e incomprensioni. Un ostacolo è rappresentato da un nuovo personaggio: Buffardi (Matteo Martari), magistrato dell’Antimafia maschilista, narciso ed arrogante. «Comincio a somigliare sempre più al mio personaggio, che si evolve parecchio in questa seconda stagione - sottolinea Gassmann -. Sono convinto che questa seconda parte sia più vicina al lavoro dello scrittore e questo aiuterà il pubblico ad amarla». «Laura è diventata più operativa - aggiunge Crescentini - e si affida alle sue intuizioni in casi straordinari e sempre più complessi da un vista psicologico». Nella prima puntata, dal titolo 'Cuccioli', l’occhio è puntato sull'assistente capo Francesco Romano (Gennaro Silvestro). Uno dei personaggi più tormentati che, separato dalla moglie e prossimo al divorzio, deve fare i conti con una grande novità: una neonata in pericolo di vita che ritrova una mattina nel cassonetto davanti al commissariato. «Ho sempre e solo scritto di crimini passionali - spiega De Giovanni -, perché mi interessano quelli. Napoli è comune una cipolla. Si può raccontare sotto diversi aspetti, quelli di Elena Ferrante o di Roberto Saviano, ognuno è legittimo. A me interessa questo aspetto, ma se volessi potrei parlare anche di altro». Nel cast anche anche Antonio Folletto, Tosca d’Aquino, Massimiliano Gallo, Gianfelice Imparato, Simona Tabasco, Gioia Spaziani, Serena Iansiti, Luigi Petrucci. Le sceneggiature sono firmate dallo scrittore con Dido Castelli, Francesca Panzarella, Silvia Napolitano e Salvatore de Mola. «E' un prodotto ricco e stratificato - afferma la direttrice di Rai Fiction, Eleonora Andreatta -: elegante e ruvido nelle storie che racconta, variegato nei generi, profondo nei sentimenti e nei chiaroscuri dei suoi personaggi. I personaggi della squadra, infatti, sono tutti alla ricerca di un equilibrio, tentano strade, cercano qualcuno che li capisca. Il valore aggiunto di questa serie è il mix dei caratteri e il loro senso di appartenenza».