Un pomeriggio di sole nella sua Toscana, a Borgo San Lorenzo, in pieno Mugello, Villa Pecori Giraldi (oggi 'casa' del Museo della Manifattura Chini). E' fra i set per la terza settimana di riprese, della nuova commedia, molto autobiografica di e con Leonardo Pieraccioni, Se Son Rose, in sala dal 29 novembre con Medusa.
"Una storia quasi vera, anzi verissima - dice candidamente Pieraccioni ai giornalisti -. A 30 anni chiudevo i film con 'E vissero felici e contenti'; da quarantenne a quella frase ho aggiunto un punto interrogativo. Ora da 50 enne mi regalo la verità. Ho la certezza di essere fra quelli che non riescono a superare nelle storie i tre anni... a volte persino i tre mesi. Sono fra i tanti che si sono accorti di quanto sia faticosa la maratona dell'amore e ancora più del matrimonio. Io poi la corro in infradito...".
Nella sua vita, è stato fondamentale diventare papà di una ''figliola'', Martina, oggi di 7 anni e mezzo, ("è un'oasi meravigliosa"), ed è lo stesso per il 'Leonardo' che interpreta nel film, un giornalista specializzato in web e app, impigrito e che si nutre a involtini primavera.
La figlia 15enne Yolanda (Mariasole Pollio) decide di 'scuotere' il papà mandando a 10 sue ex fidanzate, lo stesso sms: ''Sono cambiato, riproviamoci''.
Quattro delle 10 ci credono e si ripresentano, ma non saranno rose e fiori.
"Ognuna è legata a uno dei 4 principali motivi per cui ci si lascia - racconta Pieraccioni, reduce dall'enorme successo in teatro con gli amici Carlo Conti e Giorgio Panariello -. Per la smemorata Angelica (Michela Andreozzi), i tradimenti, "che noi uomini non sappiamo superare"; Benedetta (Caterina Murino), diventata suora laica, rivela a Leonardo quanto fosse noioso ("me lo sento dire spesso anch'io, soprattutto quando mi metto a mangiare ogni venerdì la pizza nel cartone guardando Conti in tv"); con Elettra (Gabriella Pession), docente agitatissima torna la litigiosità ("a furia di mettere puntini sulle ci si sfinisce a vicenda"), mentre dominano i grandi cambiamenti con Fioretta (Antonia Truppo), che ha deciso di diventare uomo: "Mi è successo pure questo. Mi ero innamorato di una madonnina e anni dopo mi sono visto arrivare un san Francesco" dice sorridendo Pieraccioni, autore della sceneggiatura con Filippo Bologna. Completano il quadro l'amica 'speciale' Ginora detta 48 (Elena Cucci) e l'ex moglie Fabiola (Claudia Pandolfi), "alla quale mi sono divertito a far dire molte delle cose che mi dice Laura (Torrisi, ex compagna di Pieraccioni e mamma della figlia). Tanto che quando le ho fatto leggere la sceneggiatura, lei mi ha detto che voleva la Siae". In fondo, aggiunge "i figli di coppie separate sognano sempre che i genitori si riconcilino, un po' come Al Bano e Romina. Quei due ci hanno rovinato... soprattutto ora che ricantano 'Felicità' mano nella mano. Io e Laura da ex coppia invece funzioniamo". Pieraccioni ha sempre voluto raccontare "l'età che vivevo. E per quanto mi senta sempre 27enne, fuori si vede a realtà".
I film oggi, "come dice il mio amico Giovanni Veronesi, servono per divertirsi o per dire la verità. Il cinema italiano ha bisogno di alzare l'asticella, per coinvolgere il pubblico. Bisogna evitare le gag facili che non funzionano più e raccontare storie credibili". Se son rose (prodotto da Levante con Medusa) lo gira in pieno territorio renziano: "Un sms 'sono cambiato, riproviamoci', potrebbe scriverlo anche lui al Pd... ma dubito gli risponderebbero, anzi, forse si sono già ripresi il
telefonino aziendale".
Lo vorrebbe Renzi in un suo film? "Certo, subito. Io faccio spettacoli di due ore, lui alla Leopolda andava avanti per sette giorni".
E Salvini come lo trova? "Oggi la politica è un reality micidiale, vince l'ultimo che al televoto dice qualcosa che possa funzionare, si votano i personaggi non le persone. La politica ha applicato le chiacchiere da bar". I politici "ormai non li guardo più, sono come incidenti stradali".
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