Lunedì 23 Dicembre 2024

"Il sogno del Califfo", inedito ruolo per Carolina Crescentini: sarò un’oltranzista islamica

 
 
 
 
Carolina Crescentini
 
 
 

«Sono stata fortunata, lo ammetto, da un certo punto in poi della mia vita ho infilato un film dopo l'altro, una cosa che mi ha fatto anche un po' paura. Mentre a chi non mi sa ancora inquadrare se sono un’attrice comica o drammatica, dico solo: va bene così. È una cosa che mi piace, sono comica e drammatica allo stesso tempo proprio come nella vita». A parlare così, ospite del festival 'Lo schermo è donna' a Fiano Romano, è un’esuberante Carolina Crescentini, 38 anni, attrice aretina e poi romana d’adozione. Per lei nei prossimi mesi ancora televisione e un film marocchino in post-produzione, 'Il sogno del Califfo' di Suheil Ben Barka, «dove interpreto un’aristocratica inglese, Lady Ester Stanhope, un personaggio dell’800 davvero esistito che va in Siria, rimane affascinata dall’Islam dopo aver letto il Corano, e diventa alla fine un’oltranzista islamica. Sarà la Regina di Palmira in Siria, una donna sanguinaria». Per l’attrice arriverà poi la seconda serie dei 'Bastardi di Pizzofalcone' con la regia di Alessandro d’Alatri «dove sarò una Laura Piras, il mio personaggio, che come sempre non sa gestire troppo la sua emotività, ma che questa volta entra in campo con l’azione». Non solo: tra gli altri progetti, racconta, c'è un documentario per Rai Tre «che ho appena girato con Gianfranco Gianni in cui racconto la storia di Krizia. E questo all’interno di un progetto di quattro documentari dedicati a donne famose». Il cinema «resta il grande amore», dice, mentre la tv ha la qualità di intrufolarsi nelle case della persone in un momento in cui la gente esce poco. Quindi nel momento in cui fai la tv devi cercare di farla bene, hai una grande responsabilità verso tutta questa gente». Lei, delle serie tv si dichiara dipendente: «Per me è quasi un problema, faccio full immersion di queste serie vedendomi anche nove puntate di seguito finche non divento pazza». Si parla delle donne e della loro protesta dopo il caso Weinstein: «Che ci sia una differenza di salario e di attenzione nei confronti della figura femminile nella società di oggi è un dato di fatto.- ragiona lei-. Che ci sia poi pericolo nel posto di lavoro quando una donna va in maternità è altrettanto vero. Che ci sia, infine, del sessismo verso la donna è un dato di fatto. Non si sa se si riuscirà a cambiare tutto questo, però il solo fatto di parlarne è una cosa buona perché può limitare il fenomeno. Oggi già si nota un certo cambiamento, ma anche una stupida ironia tipo: 'che fai adesso mi denunci'. E poi, un altro esempio su questo malcostume, se una donna è in politica riceverà su Twitter un tipo di insulto diverso da quello che capita a un uomo». Un’alternativa per lei al mestiere d’attrice? : «Mi sarei messa a scrivere, mi piace scrivere. Ma chissà se qualcuno poi mi avrebbe letto».

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