ROMA. «Bisogna vivere tante vite» e detto da Claudia Cardinale, che porta disinvoltamente il suo viso senza ritocchi a 79 anni, vale anche di più.
Così l’attrice racconta con un sorriso il suo immediato futuro, ancora pieno di impegni (tre film), alla presentazione di 'Una gita a Roma', opera prima dell’attrice Karin Proia, film-favola su ragazzino spinto dall’arte a fuggire dai genitori per visitare la Cappella Sistina, che sarà in sala dal 4 maggio prodotto e distribuito da C'è.
Un debutto alla regia per la Proia, sposata dal 2002 con il collega Raffaele Buranelli. La coppia ha avuto una figlia, Tea.
Cresciuta a Borgo Podgora, frazione di Latina, la Proia ha iniziato a lavorare come modella a 17 anni, per poi partecipare, anche cantando e ballando, a trasmissioni televisive come Non è la RAI, Bulli & pupe, Numero Uno (condotta da Pippo Baudo), Scommettiamo che... e Il grande gioco dell'oca.
Ha debuttato in teatro nel 1995 nella tragedia di Arthur Miller, Uno sguardo dal ponte.
Nel suo primo film, 'Una gita a Roma', la protagonista è la stessa Proia, sposata con Giacomo (Raffaele Buranelli, suo marito anche nella vita) che assiste disperata all’inaspettata fuga nella Capitale dei suoi due figli giovanissimi, Francesco (Libero Natoli) e Maria (Tea Buranelli, figlia della regista).
Qui i due ragazzini incontrano, proprio come nelle avventure di Pinocchio, tanti personaggi che faranno diventare questa fuga una vera e propria favola a lieto fine.
Le musiche sono di Nicola Piovani.
Tra gli incontri di Francesco e Maria, anche la coppia di due fratelli, quasi il loro doppio da anziani, composta da Claudia Cardinale e Philippe Leroy.
«E' sicuramente un film 'love cost’, - spiega Karin - fatto con grande risparmio e rinunce. Un po' mi racconta anche. Anch’io sono di Latina Scalo come la famiglia di Francesco e anche a me a Roma non mi portavano mai. Sì - ammette - è una favola quella che volevo raccontare, mettere insieme elementi naturalistici e fiaba».
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