Martedì 24 Dicembre 2024

Serena Autieri in teatro è Lady Diana, una donna "nata per non essere libera"

ROMA. La voce di una bambina che ricorda. Notiziari da tutto il mondo che annunciano nel buio l'incidente al tunnel di Pont de l'Alma. E un cumulo di giornali. Sotto, Diana, nuda. Come un rewind si alza, va allo specchio per truccarsi. Mancano ancora due ore all'impatto e Dodi la sta aspettando nella hall dell'Hotel Ritz. Ma il rossetto le cade. È Lady D, l'altra parte di sè. Inizia così il duello di «Diana & Lady D», primo musical (ma anche primo spettacolo) al mondo dedicato alla vita della Principessa del Galles, scomparsa il 31 agosto del 1997 a soli 36 anni, e ora in scena con il volto e tutta la tempra di Serena Autieri nel testo che Vincenzo Incenzo ha scritto e diretto su di lei, al debutto al Sistina di Roma dove rimarrà fino a domenica e che dopo una breve tournèe tra marzo e aprile (dal 3 al 12 marzo sarà all'Augusteo di Napoli) la produzione Engage vorrebbe presentare ai figli di Diana, William ed Henry. Un concept musical, con Serena Autieri che per quasi due ore in scena, affiancata solo da 6 performer-ballerine, recita, balla, canta, si veste, si spoglia e si commuove incarnando il dramma di una donna «nata per non essere libera». Un dialogo continuo tra le due anime della Spencer, la Lady D pubblica e la Diana privata, che Incenzo ha costruito incrociando carteggi e fonti biografiche, grandi hit anni '80 e inediti di oggi (scritti con Francesco Arpino), quasi in un flusso di coscienza scandito da quadri scenici di grande impatto del premio Oscar Gianni Quaranta, le luci di A. J. Weissbander (già light designer per Bob Wilson e Peter Greenaway), i costumi di Silvia Frattolillo e le coreografie di Bill Goodson. Avanti e indietro nel tempo, ecco Diana bambina, cui nessuno per settimane da un nome perchè i conti Spencer speravano in un maschio, e poi la ragazza che a una partita di polo stringe per la prima volta la mano a Carlo, l'erede al trono, dodici anni più grande di lei. C'è Diana con le amiche, quasi una citazione della Primavera di Botticelli sulle note di A Wonderful Life, e l'incubo di Lady D quando, ancora maestra d'asilo, le «uccisero l'anima con un flash in un giorno qualunque». «Venduta» a Buckingham Palace, scelta perchè «vergine» e per quel «viso perfetto per monete e francobolli», ecco l'inferno di un amore solo sognato che si trasforma in una gabbia con diadema, tra un marito che la lascia sanguinante a terra quando lei si getta dalle scale sperando di abortire e Camilla sempre presente, persino sul letto di nozze. Tra note dei Beatles, Freddie Mercury, David Bowie, Michael Jackson, la Sound of silence di Simon & Garfunkel e la cover di Promise Me di Beverly Craven (che diventa «Come fai a lasciarmi qui»), Lady D prende il sopravvento, diventa icona di moda e di stile, donna capace di prendersi ogni amante, persino in ascensore. Ma intanto Diana, che piange davanti a una bimba uccisa dalle mine anti-uomo in Angola, muore un pezzetto alla volta. Niente più velo da sposina: quella della Principessa di cuori è una favola amara, da eroina tragica. E diventa il grido di ogni donna inascoltata, schiacciata, mortificata nella sua femminilità. Un inno alla vita in cui dovrà davvero rompere ogni schema per liberarsi e, forse, sulle note di Candle in the wind di Elton John, riuscire a riunire le sue due anime, eternamente in conflitto.

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