ROMA. Evita torna a cantare.
Ma stavolta, e per la prima volta, lo fa in italiano, con la voce di Malika Ayane.
La cantante milanese vestirà i panni - che furono anche di Madonna nel film del 1996 - della moglie del presidente argentino Juan Domingo Peron, nel musical scritto da Tim Rice e Andrew Lloyd Webber e riportato ora in scena da Massimo Romeo Piparo.
«Evita è una donna pazzesca, una pioniera dell'emancipazione femminile determinante per il suo popolo e per il secolo scorso, un modello fortemente edificante. Una donna passionale, forte e determinata. Una tosta come lo sono anche io nelle mie piccole sfide quotidiane», ha spiegato Malika, che per la prima volta si confronta con un musical, nella presentazione alla stampa a Roma, aggiungendo che «musicalmente, è una delle cose più belle che io abbia sentito. E anche difficile da affrontare: sono una cantante, ma non per questo è più semplice affrontare un musical. Ho dovuto studiare. È un'opera che riporta la complessità musicale su un piano semplice e di massa, un po' come Piparo ha già fatto con Jesus Christ Superstar. Ma essendo molto meno popolare, è una grande occasione per me e per Evita di arrivare a tanta gente».
La differenza con l'opera originale del duo Rice-Webber, Piparo, che la portò in scena già 20 anni fa, la individua fondamentalmente nella scelta dell'italiano per i testi delle 27 canzoni (tutte eseguite dal vivo dall'orchestra) «perchè è una storia che va capita parola per parola».
E così saranno in italiano anche i due brani che nell'immaginario collettivo sono indissolubilmente legati a Evita: Don't Cry for me Argentina (che diventerà Da ora in poi in Argentina) e You must Love me che vinse un Oscar e ora risuonerà Stai qui, sii mio. L'attualità della storia fa poi il resto. «È un'opera rock, su una vicenda ancora molto attuale - spiega ancora Piparo -: basti pensare a Hillary Clinton, prima donna che potrebbe sedersi sulla poltrona più importante del mondo, o al recente golpe militare in Turchia. Una storia che sembra scritta oggi».
«Non mi sarebbe dispiaciuto cantare in inglese, ma in italiano non ci sono precedenti e questo aiuta», scherza Malika che per dedicarsi a Evita ha momentaneamente accantonato la sua carriera di cantante.
«Ma a febbraio torno a lavorare sodo al mio prossimo disco. Sanremo? No, stavolta proprio non c'è modo e tempo. Tutta la mia concentrazione è su Evita». Ma fa più paura il palco dell'Ariston o la forza di Evita? «Sono due cose completamente diverse, imparagonabili. Evita è uno spettacolo di più di dure ore in cui sono sempre in scena a raccontare una storia più grande di me. A Sanremo entro nelle case mediamente 11 milioni di persone a giocarmi in tre minuti il lavoro di due anni. Sono due tensioni diverse».
Il debutto di Evita sarà il 9 novembre a Milano al teatro della Luna, con un'anteprima dal 4 al 6 a Bari (Teatro Team), poi sarà a al Politeama Genovese di Genova dal 29 novembre, al Teatro Verdi di Firenze dal 6 dicembre, fino ad approdare a Roma, dal 14 dicembre al 15 gennaio al Sistina e chiudere al Politeama Rossetti di Trieste dal 18 gennaio.
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